Probabilmente non sarà più il Salone Nautico la manifestazione principe di Genova. Questa, almeno, è la conclusione alla quale sembra di dover arrivare osservate due circostanze. La prima: i liquidatori della Fiera rivendicano la titolarità del marchio e, di conseguenza, il diritto a organizzare l'evento. Secondo: il direttore marketing della Fiera, Rino Surace, dice sostanzialmente che le aree della Foce non sono più idonee a ospitare la mostra delle imbarcazioni e tutto il relativo corollario.
Naturalmente Ucina, che in questi ultimi anni ha garantito la sopravvivenza del Salone, si dichiara stupefatta, considerando che alle ultime riunioni, anche recenti, a proposito del Nautico non sono mai stati coinvolti i liquidatori della Fiera. L'associazione guidata da Carla Demaria, cioè, ha sempre trattato con il livello politico - il sindaco Marco Doria, il governatore Giovanni Toti e via elencando - ricevendo puntuali assicurazioni sul futuro del Salone. Ruoli compresi.
Legittimo stupore, quello di Ucina. Ma forse ingenuo. Intorno all'intera vicenda Fiera, infatti, la politica genovese ha scritto molte delle peggiori pagine della sua storia, soprattutto in termini di credibilità. Basti per tutto il fatto che una società è finita in liquidazione sebbene vantasse dal Comune - peraltro esso stesso azionista proprietario - un credito milionario.
È abbastanza normale, dunque, che i liquidatori ora facciano il loro mestiere e cerchino di valorizzare ciò di cui dispongono (il marchio del Nautico). Potrebbe essere persino accettabile che il direttore marketing della Fiera metta in guardia tutti sull'esigenza di migliorare le aree dell'esposizione (ma avrebbe dovuto farlo con maggiore prudenza). Di sicuro non è ammissibile che la politica non batta un colpo di fronte a certe uscite e, anzi, dimostri una volta di più la sua incapacità a essere semplicemente di parola.
Se con Ucina sono stati presi determinati impegni a proposito del Salone, il minimo sindacale richiesto è che questi impegni vengano rispettati. Tenendo ben presente che in ballo non c'è solo l'interesse degli imprenditori aderenti alla Confindustria Nautica, ma c'è quello ben più vasto della città di Genova. Gli scontri dei mesi scorsi e certi progetti per ora riposti in un cassetto sono lì a dimostrare che il capoluogo ligure in qualsiasi momento potrebbe davvero perdere il suo principale evento. Il Nautico è argomento da maneggiare con cura. Doria, Toti e l'intera politica genovese faranno bene ad averlo sempre ben presente.
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Le nuove liti sul Salone Nautico e una politica poco credibile
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