Dunque l'ultra ottantenne di Arcore ha lanciato la sua vendetta contro l'ex delfino, il giornalista amico, l'ex portavoce in carriera. Quel delfino che è riuscito a conquistare al centrodestra che allora era il fantasma di un partito, nientemeno che la città più rossa d'Italia, Genova. E la Regione che a parte la pausa biasottiana era super rossa, a impronta burlandiana, e Savona e, chissà, presto anche Imperia.
Troppo per la Corte di Arcore, troppi rischi che Giovanni Toti e la sua formuletta che prevede una solida alleanza con Lega e Fratelli d'Italia, senza litigi, con ambizioni ben controllate e guidate, ma soprattutto obbiettivi condivisi fortemente, conquistare altro territorio, anzi il territorio centrale, Roma un tempo "ladrona" . Chi vince troppo va stroncato. E sia Cesa lo stroncatore!
Troppe vittorie che magari all'Ultraottantenne vanno anche bene ma alla Corte no. Figurarsi se quel gruppo di miracolati della politica sopporterebbe un reale successore del Cavaliere! Uno che ha vinto sul territorio battendo gli avversari. E chi hanno mai battuto quelli della Corte di Arcore?
Così nel giro di poche ore quando il governatore della Liguria aveva preparato le sue proposte di candidature veramente territoriali come le acciughe di Monterosso e l'aglio di Vessalico ecco che arrivano i Niet, ma soprattutto un'onda di paracadutati che ci fa rimpiangere persino Minzolini!
Cesa. Chi? Ceva dietro Savona? No! Cesa. Fesa? No, Cesa! La Ronzulli. Ah beh... la Ronzulli....
Mulé. Chi? Olé? No, Mulé con la M. Ah beh...
La Liguria, dunque, se queste storture elettorali saranno confermate, sarà rappresentata a Roma da questi prescelti non certo a chilometro zero.
Immagino già il tragico divertimento giornalistico quando i colleghi rivolgeranno ai candidati del centrodestra a imprinting Berlusconi le domande sul territorio e gli affanni degli uffici stampa a cercare disperatamente radici liguri al Cesa che forse una volta ha mangiato trenette al pesto ma con l'aglio. E se lo sapesse Berlusconi lo depenna testé!
Che non ci vengano a raccontare che cresce l'astensionismo in una regione sempre piuttosto sensibile alle chiamate elettorali, ma che da quando è terra di atterraggi di Ignoti, sta scegliendo la diserzione dall'urna.
E lo credo bene!
Un tempo si votava turandosi il naso, ma qui bisogna turarsi altro.
Mi auguro che i liguri elettori siano coscienti dell'offesa che i partiti (quasi tutti) stanno mettendo a punto. Mi auguro che votino solo in presenza di candidati liguri doc, dell'una parte o dell'altra o dell'altra ancora. Ma che facciano lo sciopero del voto contro i Paracadutati Ignoti, gli Atterrati, siano essi decollati dai prati coltivati a cactus di Arcore o dalle colline di Pontassieve.
Cesa, Ronzulli, Mulé? Teneteveli!
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La vendetta-harakiri di Berlusconi che candida Cesa per far male a Toti
Troppe vittorie per la corte di Arcore
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