politica

Liguria sullo stesso piano di Lombardia e Veneto
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Dobbiamo anche un po' spudoratamente sfruttare la inopinata esposizione che il governatore Giovanni Toti ci ha regalato con le sue iniziative “trilaterali” di alleanza con la Lombardia e il Veneto dei suoi partner di centro-destra, Maroni e Zaia. Mi stroppicciavo anche io un po' gli occhi a seguire quel “Porta a Porta” nel quale la Liguria era rappresentata a livello delle altre due potenti regioni del nostro Nord, in un alleanza mai vista a quel livello di esposizione.

E quando mai un presidente ligure, ma anche un sindaco genovese, o savonese, o spezzino aveva avuto il destro di parlare a un grande pubblico televisivo, rappresentando le istanze della nostra terra, sicuramente un po' negletta e dimenticata? Ve lo immaginate un Burlando, sempre un po' ermetico nelle sue esposizioni tv o un Doria, un po' ingessato nel suo stile comunicativo, su una ribalta simile?

Quindi, grazie a Toti che ci porta in vetrina, che ha certo il suo interesse personale e partitico, che nessuno vuol negare, anzi che se lo conservi, se porta frutti anche per noi e nessuno gli vuole negare la chance di giocarsi le sue carte politiche su un tavolo un po' più largo del lungo e stretto arcobaleno ligure, ma ora approfittiamo, per bacco e per tutti gli dei, come si esclamava nei fumetti di una volta!

Siamo in vetrina, siamo strutturalmente collegati con le più ricche e potenti regioni italiane, anche se non abbiamo neppure un confine geografico che ci colleghi direttamente (bisogna percorrere qualche chilometro in Piemonte per arrivare in Lombardia) e cosa ce ne può venire?
I risultati “comunicativi” sono evidenti e scontati: si riparla della Liguria delle sue chances e delle sue difficoltà, si sottilineano le sue prerogative. Se la Trilaterale si riunisce a Genova la prima volta, i lumbard e i veneti saranno ben messi nelle condizioni di valutare dove si trovano e come con questa regione si possono organizzare operazioni di collegamenti non solo turistiche e di scambi utili alle rispettive economie.

Si accorgeranno di che cosa, in termini di offerta, la Liguria può presentare con il suo territorio, le sue bellezze naturali, ma anche con le sue ancora esistenti “eccellenze”, che purtroppo tante ne hanno perse.
Si chiederanno se è giusto fregarci del tutto IIT per portere i robot e i suoi cervelli a Milano, se ha un senso e investire nella Liguria e nelle sue iniziative, come la fantomatica Erzelli e nel suo sterminato e un po' esausto patrimonio immobiliare, affacciato sulle coste tra le più affascinanti d'Italia e ben incistato in decine e centinaia di centri storici tra i più segreti e ricchi del paese, a incominciare da quello genovese.

Mettiamo tra parentesi la sanità genovese e ligure, che era fatta di eccellenze, oggi un po' smarrite se non già scippateci, e che sta collegandosi con quella efficiente lombarda. La pratica è in corso ma non vorremmo mai che gli accordi siano costruiti per pilotare le nostre fughe verso i colossi ospedalieri lumbard e non anche per valorizzare le potenzialità delle nostre strutture, i vantaggi terapeutici del nostro clima, la validità e la storia di ospedali come il Gaslini, che né la Lombardia nè il Veneto hanno.
Non parliamo del porto, che è il nostro Eldorado, che è “il porto d'Italia” come dice il ministro Delrio e che aspetta il varo di una riforma finalmente in grado di valorizzarlo come bene di tutto il Paese, calamita per investimenti e scommesse italiane e non solo come prateria dove i soliti noti si tramandino concessioni e monopoli....

Se in una bella giornata di settembre, il giorno dopo l'inaugurazione un po' triste del Cinquantaseiesimo Salone Nautico, il presidente lombardo Roberto Maroni viene qua e, incantato tra le barche e le vele e le banchine, sostiene che non c'è altro posto dove organizzare la grande esposizione nautica, affondando le segrete, ma non troppo, spinte per scipparci l'evento, la sua sarà una battuta diplomatica o nascerà anche dallo spirito “trilateral”?

Il discorso alla fine arriva sempre lì:
siamo in vetrina e ci dobbiamo restare, ma se siamo irragiungibili o peggio isolati, aspettando i treni velocetti, il Terzo Valico, che solo noi abbiamo voluto e che va avanti miracolosamente, ma del quale agli altri fregava poco, un aeroporto finalmente privatizzato, un centro storico accogliente e organizzato, qualche autostrada nuova, qualche bretella, l' Aurelia bis che scarichi le code eterne di ogni fine settimana e tutto il resto, possiamo fare tutte le sante alleanze che si vogliono. Abbiamo acceso le luci di quella vetrina, ci siamo fatti ammirare, ma poi i clienti si sono stufati di aspettare che la porta si aprisse.