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Penso che sarebbe stato meglio, alla fine, scegliere come candidato del centrodestra ligure il dottor Tafazzi. Quello che si martella i “cabasisi”, come direbbe Camilleri, vittima di se stesso e delle sue scelte demenziali. Se davvero quei geni del centrodestra ligure e nazionale dovessero sacrificare Edoardo Rixi a vantaggio di Toti, sull’altare di un inspiegabile compromesso per avere in cambio l’appoggio di Berlusconi al candidato leghista del Veneto, Zaia, segnerebbero la loro definitiva scomparsa. Altro che temuto dieci per cento!

Possibile che Salvini sia diventato così democristiano da sacrificare il suo fresco vicesegretario nazionale in un territorio, la Liguria, che in questo momento può diventare un credibile territorio di conquista? Magari per favorire accordi in Toscana? Francamente non ritengo da un lato che Berlusconi sia sceso a questi livelli, ma soprattutto che Salvini, godendo oggi di un momento particolarmente favorevole (ma quanto durerà?) possa gettare nella spazzatura una candidatura credibile come quella di Rixi. L’unica candidatura credibile in un centro destra che ha dato soltanto prove di fallimenti a catena.

Il primo e più clamoroso, quando l’”Uomo forte” Biasotti ha deciso da solo di candidare il generoso costruttore Garaventa, senza dirlo a nessuno. Risultato: non ci credeva nemmeno lo stesso candidato in pectore. Il povero Garaventa è stato liquidato nel giro di due settimane. Il gossip politico racconta che a quel punto Biasotti abbia telefonato a mezza Genova cercando un altro candidato da presentare a Berlusconi. Tanto che alcuni, quando incontravano Biasotti per strada, si nascondevano nei caruggi per timore di essere interpellati.

La Lega, intanto, mandava avanti Rixi, un nome che dà certamente fastidio al centrosinistra e in particolare al Pd spaccato in due. Soluzione forte? Un ticket tra Rixi e un nome vicino a Berlusconi, magari una figura femminile di spicco mediatico. Macché, ancora Biasotti ormai convinto di essere un drone di Charles Maurice de Talleyrand-Périgord, sparava nei corridoi altri nomi a ripetizione.

Un disastro. Una disfatta che il centrodestra ligure di matrice forzista rischia di pagare con una débacle clamorosa che non potrà non convincere Berlusconi a cancellare con un colpo di ramazza la diafana dirigenza del suo movimento in Liguria.

Se poi anche la Lega si sottomettesse a questo patto scellerato ai danni della Liguria di centrodestra, per Salvini sarebbe la dimostrazione di una inesorabile debolezza nei confronti sia di Berlusconi che di Tosi. Gli elettori gli contesterebbero di aver servito al popolo la vittoria del centro sinistra e di Raffaella Paita su un piatto d’argento. Con conseguenze su scala nazionale.