cronaca

Terrorismo, dalla Germania allarme farlocco: a chi giova?
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Lo chiamano Mercato della Paura. Spesso si nutre di bufale, ma quando apre i battenti qualcuno quelle merci contraffatte le acquista e il risultato è che qualche mercato vero finisce per pagarne un prezzo, anche pesante. Accade, dunque, che il tabloid tedesco Bild se ne esca con un immaginario allarme, condiviso dai servizi germanici è da quelli italiani, per possibili attentati estivi dell'Isis sulle spiagge del Belpaese, Spagna e Francia meridionale.

Scenario immaginario, quello di ambulanti vestiti di tritolo e pronti a farsi esplodere fra sdraio e ombrelloni.
Ma anche verosimile, perché non esiste luogo che oggi possa dirsi al riparo dalla furia cieca e omicida del terrorismo. A questa osservazione si è banalmente appellata, furbescamente, Angela Merkel per commentare la vicenda, mentre il Viminale ha smentito categoricamente qualsiasi contatto fra le intelligence di Roma e Berlino sull'argomento.

D'istinto vien sempre da fidarsi più della precisione teutonica, ma poiché i nostri Servizi si sono fin qui distinti in una efficace prevenzione, almeno stavolta bisogna credere a ciò che arriva dalle latitudini italiane.

Inoltre, se vogliamo dircela tutta, c'è pure un problema di credibilità di certa informazione tedesca. Che non è nuova, si potrebbe citare non soltanto la Bild, a sortite di tal fatta. E meglio ancora se confezionate in modo da provocare un danno proprio a noi italiani, sebbene nella circostanza non vengano risparmiati neppure spagnoli e francesi.

A parte l'incoscienza di alimentare il panico per un nemico invisibile e pericolosissimo, essendo che già la vita delle persone è a sufficienza condizionata dalle stragi purtroppo vere avvenute in Francia e in Belgio, l'allarme fasullo del tabloid germanico si iscrive bene al Mercato della Paura.

C'è un settore economico, il turismo, che può pagarne un prezzo enorme, considerando che sono migliaia i tedeschi ogni anno ospiti delle spiagge italiane, comprese quelle liguri. Come reagiranno di fronte a un giornale di casa che li mette in guardia su un rischio tanto verosimile quanto aleatorio?

Normalmente, chi fa il mestiere di giornalista non pubblica notizie ponendosi il problema se possano favorire o danneggiare qualcuno. Anche personalmente, la regola è una sola: ho la notizia, la scrivo. Punto. Però la notizia dev'esserci, cioè deve essere verificata e risultare autentica.

Se, invece, la notizia è farlocca e/o legata a fantomatiche fonti senegalesi, allora non solo si rende un pessimo servizio all'informazione e alla sua credibilità, ma si presta il fianco anche al retropensiero dei sospetti. E chiedersi a chi giovi danneggiare l'economia turistica italiana, oltre che spagnola e francese, non è più un esercizio ozioso.

Perché la Francia è al momento fuori dal mirino, ma la politica tedesca dell'austerità, imposta a livello comunitario nei confronti nostri e di Madrid, può certamente trarre giovamento e nuova linfa se la crescita italiana dovesse subire un rallentamento anche per il cattivo andamento dell'industria delle vacanze. Già ci mettiamo del nostro, nell'impallinare la ripresa, non si avverte affatto il bisogno di simili "aiuti".

I quali, peraltro, possono poi impattare anche sul mercato finanziario e, segnatamente, su quello dei titoli di Stato. Alle latitudini tedesche più d'uno sembra avere nostalgia dello spread Italia-Germania a 500 e passa punti. E diventa difficile ignorare che l'attacco della Bild è arrivato nelle stesse ore in cui Berlino ancora una volta si opponeva alla creazione degli eurobond, gli strumenti che farebbero condividere su base comunitaria le garanzie legate all'emissione dei titoli pubblici.

Noi li invochiamo perché abbiamo la zavorra del terzo debito statale del pianeta e in più non riusciamo a far crescere abbastanza il Pil. Ma la Germania non sembra aver imparato nulla dalla drammatica esperienza della Grecia, strozzata proprio dal potere finanziario tedesco. Senza fare complottismo a buon mercato, Berlino mostra di rifiutare il ruolo di guida illuminata dell'Ue, preferendo guardare esclusivamente ai propri interessi. Con tutti i mezzi. E anche a costo di giocare sporco.