sport

Ex schermidore-poliziotto per un giorno protagonista di una lezione scolastica
1 minuto e 48 secondi di lettura
"Ragazzi fate sport perchè educa alla legalità ed insegna ad essere leali nella vita". E' la lezione consegnata a due quinte della elementare Pascoli di Pegli, nella periferia del ponente di Genova, dal "maestro", Tonhi Terenzi, ex schermidore vincitore di una medaglia di bronzo alle olimpiadi di Atlanta nel 1996 e di centinaia di altre medaglie e coppe in giro per il mondo. Terenzi, ex fiamma oro della polizia, oggi fa l'agente all'Ufficio Passaporti di Genova ed è fra i testimonial delle Olimpiadi dei Valori, una campagna mirata ai bambini promossa dal questore di Genova Sergio Bracco.




Appena salito sulla pedana della scuola elementare, Terenzi, accompagnato dal sovrintendente della polizia di stato Vincenzo Garvani, è stato assalito di domande da parte degli alunni. "Quando hai iniziato a gareggiare? Perchè hai scelto scherma? La prima gara e le prime in Italia e all'estero? L'emozione più importante? Quanto tempo ti allenavi?", hanno chiesto i bambini e le risposte sono diventate pezzi di un puzzle a comporre la storia del campione genovese. "Ho iniziato a fare scherma a 9 anni perchè mio padre era un maestro, ricordo l'emozione, era un mercoledì. Fra i momenti più belli la prima gara all'Eur di Roma, avevo 15 anni. C'era tanta gente, sembrava il Maracanà e la partecipazione a quattro olimpiadi culminate con la medaglia di bronzo ad Atlanta". "Per realizzare un sogno bisogna fare sacrifici. Allenarsi per ore ogni giorno, fare rinunce, ed essere corretti e leali", ha spiegato Terenzi.


Un alunno, Jacopo, definisce la legalità "come il rispetto degli altri" e dice: "Se vai in aeroporto non puoi portarti dieci valige di sigarette, non è legale". Fatima gli chiede quante medaglie ha vinto, e quando Terenzi risponde "40 o 50" sgrana gli occhi stupita. Poi la grande sorpresa: il campione estrae da un cofanetto la medaglia di bronzo vinta alle olimpiadi di Atlanta, la morde con un sorriso, la mette al collo di uno degli alunni del primo banco. "Vincere è bello, ma nello sport ancora più importante è partecipare", dice Terenzi accommiatandosi dai ragazzi.