cronaca

1 minuto e 23 secondi di lettura
La Concordia arriva lentamente e all'alba appare davanti al porto di Genova. Le telecamere di Primocanale sono da alcune ore puntate sulla nave. Eccola l'immensa ombra, lenta. Per i genovesi da oggi e per la prima volta nella loro eterna storia di uomini di mare cambia lo skyline del vecchio porto. Cambia come cambio' quando il duca De Ferrari che era un aristocratico che pensava alla sua citta' (che esempi! Che modesti eredi!) fece costruire la diga foranea. Genova ora ha quell'isola che forse avrebbe voluto. Li' davanti all'imboccatura del porto, color ruggine, aggrappata a quei cassoni del miracolo che quel pazzo geniale di Nick Sloane ha deciso dovessero sollevare la nave della tragedia dai violati fondali del Giglio. Quella si' una vera isola.

Lo skyline del porto che parte dalle gru di Voltri segue le acciaierie, si introduce nel grappolo di mezzi grattacieli di san Benigno per poi incantarsi tra i campanili della Commenda, delle Vigne, di San Lorenzo e del Gesu', di San Donato e Santo Stefano, che sale a Santa Maria di Castello e ancora sul grattacielo di Piacentini, per poi scendere sulle forme delle navi ormeggiate alle Riparazioni e sui padiglioni della Fiera, oggi e' piu' ricco.

La Concordia sta li' è si muove. Dal mare finira' al Vte nel ponente degli acciai, poi passera' nelle mani degli artefici della vivisezione navale. La vedremo per ventidue mesi e diventera' una figura amica. Ci ricordera' che su quella elegante casa delle vacanze si e' consumata una spaventosa catastrofe del mare, ma servira' anche a restituire alla citta' delle navi e al piu' importante porto del Mediterraneo l'orgoglio delle competenze dell'uomo. Sara' un'isola della rinascita.