Cerco di vincere l'inerzia genovese, che tutto blocca in attesa del fatidico 4 dicembre del referendum. Siamo come paralizzati intorno al si e al no e anche ipnotizzati dai dibattiti che si susseguono, dalle adunate: i cosidetti Vip a casa di Alessandro Garrone, quelli del no in grande spolvero alla Meridiana, dietro al Governatore Toti. E Genova?
E' difficile eccitarsi per la contesa istituzionale in se stessa, molto più facile farlo per la vera posta in gioco, che poi ne nasconde tante altre, compresa, appunto, quella di Genova, la sua campagna elettorale, i possibili candidati dell'una e dell'altra parte e dell'altra parte ancora, perchè oramai tutti è tripartito.
Lo ripetiamo: è stata una battaglia lunga, sterminata, nella quale, se ci stanno a cura le sorti del nostro ex Belpaese, siamo diventati tutti un po' costituzionalisti e professori. E mancano ancora più di venti giorni....
Cerco di vincere questa inerzia paralizzante, perchè la preoccupazione per Genova e il suo futuro cresce ogni giorno e mi sembra paradossale che dobbiamo aspettare fino al dopo il 4 dicembre e magari anche molto dopo, consumate le vacanze natalizie e scavallata pure la Befana, con la scopa e il carbone nero, per vedere incominciare la vera battaglia.
Certo: un'elezione comunale si può preparare anche in due mesi, un bel candidato si sforna all'ultimo secondo, guarda quel diavolo di Toti con la savonese Ilaria Caprioglio a Savona..., oggi nell'epoca della comunicazione veloce, dei social scatenati, dei modelli di concorrenti costruiti a tavolino con ingredienti rapidi da amalgamare: “nuovo” sopratutto, “donna” anche di bello aspetto se ci si riesce, “lontano”, anzi lontanissimo da partiti e apparati, “civico”, per carità assolutamente civic, che poi i partiti o quel che resta si accodano dietro alla nuova sigla e, ovviamente, “giovane”, giovanissimo se si può......
Non mi esaltano molto le manovre che in questa penombra del referendum si intravvedono. Il sindaco uscente Doria ora ha un alibi di ferro per non dichiarare le sue intenzioni, anche se “tutti” (chissà chi sono poi questi “tutti”?) sono sicuri che si ripresenterà e già ci sono cene, riunioni più o meno segrete, a costruirgli la piattaforma. Regazzoni agita il Pd come se lo mettesse in un frullatore, una iniziativa ogni due giorni, perfino la trovata del “sindaco di notte”. Chi è stato “nominato”, sui giornali o nelle chiacchere dilaganti, candidato, un po' recalcitra, un po' si chiama fuori e un po' è silenziosamente lusingato, ma quale miglior condizione per nicchiare......
Nella penombra dell'eterno confronto “si” o “no”, non mi provocano neppure le manovre dei moderati, del centro destra o della destra-destra che l'effetto Trump esalta e infiocchetta, manco avessero vinto un Mundial di calcio e andassero in giro strombazzando per la città. Manco Tursi improvvisamente diventasse una dependance della Casa Bianca.
E chi è di grazia potrà essere il nostro Donald, pronto a catturare i voti dei “forgotten man”, gli uomini dimenticati, gli operai, i bianchi, il ceto medio borghese declassato dalla crisi ai diversi livelli dell'indigenza?
Come se a Genova non ne avessimo di “forgotten men”....
Aguzzo la vista nel cono d'ombra e non vedo un solo sintomo di vera discussione sul futuro della città. Le emergenze sono in naftalina, le indecisioni si cristallizzano in questo “non sense” di attesa.
Qualcuno ha mai più sentito parlare di Gronda? Erzelli è una giaculatoria cui pensano di cambiare perfino nome tanto ha stufato. L'ospedale del Ponente o l'ospedale bis, ora che di Galliera 2 non si può più parlare, è un fantasma, meglio riflettere con il nuovo direttore di San Martino, questo sì un uomo nuovo, del buco vergognoso davanti al suo ospedale.
Il Blue Print si scolora come un toner della stampante in esaurimento...... Non mi bastano certo le diatribe sulla “movida” nei caruggi......
Non mi posso consolare né con la Trilaterale, che Toti propaganda con Zaia e Maroni, né della nomina del nuovo presidente portuale, Paolo Emilio Signorini. Il fatto è che mi sta a cuore la ex Superba, il suo destino di città più vecchia del mondo, sempre più bella, in questo lungo autunno caldo di tramonti stupefacenti, sempre più piena di turisti e sempre più in attesa di quel che sarà. Aspettando che il popolo sovrano dica “si” o “no”....
politica
L'inerzia del referendum e i buchi di Genova
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