salute e medicina

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 Sabato 5 maggio torna l’appuntamento con la Giornata mondiale per l’igiene delle mani. Promossa per la prima volta nel 2010 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’iniziativa ha come obiettivo la riduzione del rischio di infezioni correlate all’assistenza (ICA).


Le ICA rappresentano la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria. Si definiscono così infatti le infezioni insorte durante il ricovero in ospedale, o dopo le dimissioni del paziente, che al momento dell’ingresso non erano manifeste clinicamente, né erano in incubazione.
Il principale meccanismo di trasmissione delle ICA è rappresentato dal contatto diretto tra una persona sana ed una infetta, soprattutto tramite le mani degli operatori sanitari che costituiscono il veicolo più comune per la trasmissione di microrganismi da un paziente all’altro, da una parte del corpo all’altra nello stesso paziente e da un ambiente contaminato ai pazienti.


Pertanto, per il 2018 l’OMS si pone l’obiettivo di ridurre le sepsi (setticemie/ batteriemie) attraverso l’igiene delle mani e tramite azioni volte alla prevenzione ed al controllo delle infezioni. Perché questa lotta contro le sepsi? La risposta è nei numeri drammatici che fornisce l’OMS: ogni anno 30 milioni di casi di sepsi nel mondo di cui 3 milioni colpiscono neonati e 1,2 milioni bambini; i morti sono oltre 6 milioni.

Chiunque contragga un’infezione può sviluppare una sepsi ma alcuni soggetti sono più a rischio di altri: anziani, donne in gravidanza, neonati e persone con compromissione del sistema immunitario.
Risulta quindi evidente come combattere le infezioni contratte in ospedale rappresenti un aspetto fondamentale per ridurre il numero delle sepsi. Ed è proprio da un gesto spesso disatteso come il lavaggio delle mani che possiamo ottenere i massimi risultati.


L'OMS, in questa giornata, lancia con forza il suo messaggio rivolgendosi a tutti coloro che frequentano le strutture ospedaliere ed ai responsabili dell’organizzazione dell’assistenza, (professionisti della salute, servizi di controllo e prevenzione delle infezioni, leader clinici, pazienti e chiunque entri in contatto con il paziente), invitandoli al rispetto dei 5 momenti dell’igiene delle mani vale a dire lavarsi le mani: prima del contatto con un paziente, prima di qualunque procedura asettica, dopo la potenziale esposizione a qualunque liquido biologico di un paziente, dopo il contatto con un paziente, dopo il contatto con letto, comodino, ed altri oggetti accanto ad un paziente.


E’ scientificamente dimostrato come nelle strutture sanitarie dove sia attivo un programma di prevenzione e controllo delle ICA, le infezioni ospedaliere si possano ridurre del 30% soprattutto dove operino team opportunamente formati la cui figura di riferimento è l’Infermiere addetto al Controllo delle Infezioni (ICI).
Proprio partendo da questi presupposti il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Genova, avvalendosi del supporto delle Sezioni Liguri di ANIPIO (Società Scientifica Nazionale Infermieri Specialisti nel Rischio Infettivo) e SIMPIOS, (Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie), ha organizzato il Master, attualmente in corso, “Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA): Epidemiologia, Prevenzione e Gestione del Rischio Clinico”, per formare una quindicina di ICI che al termine di questo percorso possano promuovere le pratiche centrali di prevenzione del rischio di infezioni associate ai luoghi di cura presso le strutture sanitarie in cui svolgono quotidianamente la loro attività professionale.


*Prof. Giancarlo Icardi - Direttore Clinica Igiene Università di Genova