politica

Il ruggito
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Dalla pasta alla dieta mediterranea, agli itinerari enogastronomici, al turismo. Un filo rosso unisce le vicende dell’Agnesi all’economia della città e della provincia di Imperia. Ma lo storico pastificio campione mondiale degli spot televisivi è di nuovo fermo, squassato da un futuro a dir poco incerto. La proprietà, il gruppo Colussi, vuole chiuderlo, dopo averlo ridotto al lumicino. 

Un centinaio di dipendenti combattono per la sopravvivenza e le lame devono incrociarle anche con la politica: un’amministrazione comunale incapace di aprire un vero margine di trattativa e un’amministrazione regionale, quella guidata da Claudio Burlando, che s’è spesa un carico di promesse quando cacciava voti per Raffaella Paita, salvo mandarle tutte disattese.

Anche il neogovernatore Giovanni Toti ha affermato di volerci provare a mantenere vivi gli spaghetti imperiesi. Ha l’attenuante del poco tempo fin qui avuto, non deluda almeno nella sincerità: se esiste una possibilità di salvezza la persegua fino allo sfinimento, se questa possibilità non c’è lo dica, senza ulteriori prese in giro. E lo stesso faccia il sindaco di Imperia, Carlo Capacci, che l’Agnesi dovrebbe conoscerla bene. Per ragioni di famiglia, visto che il padre ne è stato anche il ben remunerato amministratore delegato quando l’azienda era ancora in mano alla famiglia fondatrice.

Che cosa davvero voglia Angelo Colussi per tornare sui propri passi non s’è capito, men che mai si è capito che cosa la politica possa offrirgli. Ha vagheggiato di una contropartita in operazioni immobiliari e persino di un cordata allestita per subentrare nella proprietà. Un andamento ondivago, poco chiaro e, soprattutto, fino ad oggi sterile.

Capacci e compagnia hanno strascicato la questione senza la capacità di incidere e con il mirino puntato su metà bersaglio. Qui non ci sono da salvare solo i posti di lavoro, c’è da preservare una storia che fa rima con economia. Appena la settimana scorsa la dieta mediterranea è stata protagonista a Expo 2015. Un successone, a leggere le cronache. Qualcuno, però, avvisi il premier Matteo Renzi che le carte sono taroccate, che la pasta rischia di non essere made in Imperia.

“Silenzio, parla Agnesi” dice lo spot plurimedagliato. Sarebbe un delitto, una vergogna imperdonabile con la politica complice nell'imporlo all’Agnesi quel silenzio.