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E alla fine Roberto Soriano ha portato un po’ di blucerchiato nell’azzurro spento della nazionale di Antonio Conte vista a Milano contro la Croazia. Un esordio fatto di emozione e di giocate da protagonista. Nella partita segnata dalle intemperanze dei tifosi ospiti il sorriso lo porta la prima del ragazzo figlio di emigrati in Germania.

Un evento che regala gioia a tutto il mondo Sampdoria che lo ha coccolato e aspettato per anni, da quando sbarcò a Bogliasco, prodotto delle giovanili del Bayern Monaco e che è cresciuto tanto, soprattutto di testa, grazie a due maestri come Beppe Iachini e Sinisa Mihajlovic che lo hanno responsabilizzato.

A Soriano è stato affidato il compito di regalare alla Sampdoria una maglia azzurra che mancava da un po’ di tempo e di fare da apripista per gli altri blucerchiati in odore di Nazionale. E Conte, in ossequio a convocazioni geopolitiche comunque discutibili, ha chiamato anche Gabbiadini, De Silvestri e Okaka. Intendiamoci, convocazioni stra meritate ma che portano con sé il retrogusto della “voglia” di ingraziarsi il pubblico genovese(ci sono anche tanti giocatori del Genoa) in vista dell’amichevole che nessuno o quasi voleva, di domani contro l’Albania. Una partita sperimentale, con incasso che i genovesi doneranno a se stessi. Un capolavoro. E allora proviamo a guardare solo l’aspetto statistico con i 4 azzurrocerchiati che ricordano i tempi dell’Italia di Prandelli con Gastaldello, Palombo, Cassano e Pazzini.

Un segno, comunque, di attenzione verso una squadra che, da un anno, da quando in panchina si è seduto Sinisa Mihajlovic ha avuto una marcia da grande e che in questa stagione, con l’apporto, non va dimenticato, di 3 a volte 4 stranieri non di più, è stabilmente dall’inizio del campionato al quarto posto della classifica. Soriano l’apripista, dunque. Ad alimentare il sogno di tanti blucerchiati che vogliono essere protagonisti anche in Nazionale. Anche se la prima sarà in uno stadio e in mezzo a una gente, la loro gente, quelli che ogni settimana li sostiene e li applaude, che sta soffrendo come non mai e vuole dimenticare l’odore del fango e il sapore del dolore per riassaportare il profumo del prato verde e la gioia di esultare per un gol.