politica

Il commento
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Provo una notevole curiosità, ma sopratutto invidia per le Primarie in corso a Milano. La curiosità è ovvia, perchè si tratta del primo riscontro su una tornata di elezioni amministrative molto importanti per il futuro politico e una bella anteprima per il voto nelle “nostre” Savona e, fra un anno, Genova.

L'invidia è per la qualità dei contendenti e dello scontro, che abbiamo visto accendersi di giorno in giorno: molto duro nelle polemiche, ma anche molto ricco di contenuti su come va amministrata Milano.

Già il fatto che uno dei quattro in corsa sia Francesca Balzani, genovese, già nostra assessora al Bilancio e poi eurodeputata, suscita invidia prima di tutto perchè una candidata così piacerebbe per la nostra città. La Balzani poteva esserlo e fu anche sollecitata perchè lo fosse, non solo in Comune, ma anche in Regione. Ma rifiutò e come darle torto, ora che si è totalmente milanesizzata e che partecipa a un match di serie A, se non di Coppa dei Campioni, paragonato alle contese liguri, sopratutto alle Primarie di casa nostra: faide come quella per la Liguria di un anno fa  o veri autogol per il Pd, come quello per le Comunali del 2012.

Poi c'è la sostanza della battaglia tra la stessa Balzani, l'ex amministratore dell'Expò milanese Beppe Sala, l'assessore Francesco Majorino e il manager sociale Antonio Iannetta, che suscita quella sana invidia per chi politicamente e amministrativamente sta meglio di noi.

Dalla battaglia milanese sono emersi veramente i contenuti di un confronto che contrappone diverse visioni della città e, insieme all'asprezza sempre molto corretta degli scontri, anche le soluzioni per i grandi problemi  di una pubblica amministrazione nel tempo della crisi, dell'insicurezza sociale, delle diverse ipotesi di sviluppo.

Milano è certamente lanciata in questi mesi del dopo Expò dal successo dell'evento e un po' anche dalla sua nuovamente conclamata leadership italiana, che gli scandali a getto continuo di Roma capitale riaffermano nettamente.

Insomma, Milan l'è sempre la gran Milan: è il centro propulsore delle dinamiche di sviluppo della nostra economia e di un modello di governo locale. Allora è chiaro che la contesa per governarla non può che essere alta e che non si limiti agli endorsment (quello di Pisapia per la Balzani, quello di Renzi per Sala.....l'ultimo di Vendola di nuovo per la Balzani), ma badi al nocciolo dei programmi di governo.

Dove va a parare questa invidia, per la quale ci si può assolvere senza dover dire troppe avemarie? Inevitabilmente va a parare nel confronto con le nostre difficoltà, che possiamo fantasticare di poter superare, magari semplicemente “copiando” il modelllo Milano.

Mettiamo che sia un gioco o un sogno, per non offendere o non sopravalutare nessuno. Allora ipotizziamo che Marco Doria faccia come Pisapia e annunci la sua intenzione di non ricandidarsi, levando una castagna grossa così al Pd genovese e ligure. Non solo: per completare il paragone ipotizziamo che suggerisca di correre per palazzo Tursi al suo vice, come ha fatto Pisapia indicando la numero due di Palazzo Marino, appunto la piddina Francesca Balzani.

In questo caso noi avremmo in campo Stefano Bernini, che non ci sembra disdegnerebbe l'ipotesi e che, come la sua omologa milanese, ha importanti deleghe, oltre alla carica di numero due.

Probabilmente un tale scompaginamento delle carte potrebbe indurre qualche giovane e ambizioso assessore genovese a buttarsi nella mischia, come a Milano ha fatto il promettente e molto motivato assessore PierFrancesco Majorino. E chi in questo gioco di ruolo se non il pimpante assessore zeneise Emanuele Piazza, molto esposto  e molto visibile negli ultimi mesi?

A completare il piccolo puzzle ci manca il candidato “forte”, quello che a Milano è Sala, primo oggi nei sondaggi e nella apparente centralità della sua candidatura, spinta da molti ambiente economici, ma anche dalle decisive periferie della metropoli e benedetta da Matteo Renzi.

Qui il nostro gioco diventa difficile, ma non impossibile anche se mancano molti addendi per arrivare al risultato finale. Chi è a Genova l'uomo Expò, se non Ariel Dello Strologo, presidente di Porto Antico che si è recentemente dovuto caricare sulla schiena anche la grana della Fiera del Mare? Il suo nome fin'ora è stato qualche volta sussurrato molto sottovoce e sicuramente lui non gradirebbe l'accostamento a una partita come quella di Tursi e non solo perchè non c'è alcun endorsment dall'alto.  Ma se si gioca (o se si sogna) tutto è possibile e gli esercizi teorici implicano comunque una certa attrazione e magari un po' di approsimazione...

Ci sono margini di correzione per migliorare il gioco. A Milano il quarto candidato alle Primarie è il giovane Antonio Iannetta, esperto in operazioni sociali. Come, allora, non immaginare nel nostro gioco in quella posizione un “sociale” come l'onorevole Mario Tullo, non certo coetaneo di Iannetta ma da sempre gran mediatore sociale? Tullo non sarebbe certamente tanto schivo rispetto a questa opzione come Dello Strologo...

Basta! Il gioco finisce qua. Chissà se ha mitigato un po' l'invidia milanese?