cronaca

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 Il pilota Antonio Anfossi, che si trovava a bordo della Jolly Nero il 7 maggio scorso quando la motonave finì contro abbattendola la Torre piloti causando nove morti, "é stato vittima di falso".

Lo scrivono, in sintesi, i difensori di Anfossi, gli avvocati Francesco Munari e Carlo Golda, nell'appello al Riesame contro il provvedimento di sospensione emesso dal gip Ferdinando Baldini. Secondo i due legali, il pilota non aveva tutte le conoscenze necessarie rispetto alla situazione in cui si trovava la portacontainer al momento della partenza dal terminal Messina.


Anfossi, secondo quanto ricostruito anche dalla procura, sale a bordo della Jolly circa un'ora dopo la prova motore, quando il motore non parte, e nessuno, come dimostrano le registrazioni della scatola nera, lo avverte dei guasti e dei problemi. E ancora, scrivono i legali, "come ha scritto il pm ci sono reati di falso contestati ai vertici dell'equipaggio intorno a documenti trasmessi al pilota. Se il pilota fosse stato compiutamente informato avrebbe forse suggerito o dato consulenze in termini diversi". "La posizione del pilota - si legge nell'appello - è stata erroneamente considerata assimilabile a quella di comandante, ma non è così. Il pilota è solo una sorta di consulente a bordo della nave che si limita a dare indicazioni al comandante sulla base delle sue conoscenze dello specchio acqueo del porto. E si trova in una posizione gerarchicamente subordinata al comandante". Sempre oggi, invece, il Tribunale del riesame ha respinto la richiesta presentata dai legali del comandante Roberto Paoloni. Secondo i giudici mancherebbero i motivi nell'atto presentato dagli avvocati.