cronaca

E Manganaro ribadisce: "Niente esuberi o si torna in piazza"
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"Non è un problema di italiani o stranieri, è un problema di cosa farà chi arriverà e questo dipende dai piani industriali che saranno presentati solo in una fasce successiva". Il segretario generale della Fiom Maurizio Landini a Genova per il coordinamento nazionale Fiom sulla siderurgia, commenta così le manifestazioni d'interesse che i commissari dell'Ilva stanno esaminando. "Penso serva un intervento pubblico per garantire il futuro del gruppo - dice Landini in riferimento all'interesse di Cassa depositi e prestiti - perché l'Ilva per essere risanata e rilanciata necessità di almeno 3-4 miliardi e nessun imprenditore o piccola cordata può avere queste risorse".

"Il Governo in questi tre anni ha fatto nove decreti e speso soldi pubblici con il risultato che siamo punto e a capo, quindi ha una responsabilità importante che ora deve giocare in modo esplicito", ha detto Landini. A proposito delle mobilitazioni dei lavoratori a Genova e nelle altre città dove hanno sede gli stabilimenti Ilva, Landini ribadisce: "Non abbiamo intenzione di perdere un solo posto di lavoro nè di gestire una riduzione occupazionale e industriale. Qui si sta giocando un pezzo decisivo del rilancio industriale di questo Paese".

"Dobbiamo essere noi a presentare la nostra manifestazione d'interesse con una serie di punti a partire dall'unità di tutti gli stabilimenti e dalla garanzia di tutti i livelli occupazionali. Se non ci garantiranno questo dovremo tornare in piazza", ha detto invece il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro nel suo intervento al coordinamento nazionale sulla siderurgia dei metalmeccanici della Cgil. "Rischiamo di finire in una palude perché le carte del Governo sono truccate e il rischio è di arrivare a giugno quando ci verrà detto 'prendere o lasciare' - ha detto Manganaro - perché nonostante il tavolo nazionale che verrà istituito con il Governo non ci permetteranno di discutere di piani industriali".

E nonostante l'auspicio di un'unità sindacale la Fiom è pronta a condurre la sua battaglia anche da sola: "La distinzione tra cordata italiana e stranieri con l'apparente garanzia che con una presenza del Governo staremo più tranquilli è pericolosa perché rischiamo di nuovo di vedere piani industriali di poco respiro ma che metteranno in discussione i livelli occupazionali. E se le altre sigle sindacali si sentiranno rassicurate, la partita dovremo giocarcela da soli". "Per noi gli occupati devono essere tutti dentro l'Ilva - ha concluso Manganaro - perché fuori non c'è niente".