politica

Il fuoco incrociato e trasversale delle forze politiche
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A una settimana dalle elezioni comunali di Genova diverse forze politiche sembrano aver messo in piedi un attacco che mina seriamente il futuro della città, una città che per ora non sembra in grado di reagire.

Su Ilva, dopo la visita di Papa Francesco e gli appelli sul mondo del lavoro, è arrivata la bastonata: un piano che prevede esuberi, lacrime e sangue. Il Ministro Calenda non fornisce risposte. Lunedì sarà la giornata dello sciopero e della piazza. Oggi a Primocanale il Cardinale Angelo Bagnasco denuncia l’amarezza e la preoccupazione per le parole del Santo Padre rimaste inascoltate.

Su Iit è arrivato un nuovo durissimo attacco della senatrice a vita Cattaneo che sembra avere una precisa strategia: cancellare la nostra eccellenza genovese a favore, probabilmente, di qualche carrozzone pubblico di difficile gestione. Un progetto che rischia di cancellare l’Iit che ha messo in campo un progetto in grado di attrarre ricercatori, anche dall'estero. E soprattutto è stato in grado di garantire equilibrio (anche di spesa) tra personale amministrativo e ricercatori. Scelte di qualità ben illustrate ai nostri microfoni oggi dal direttore Roberto Cingolani.

Sul Terzo Valico, infine, sono arrivate le dichiarazioni di un esponente del Movimento 5 Stelle che immagina di vincere le elezioni e bloccare il Terzo Valico, parole colte in tempo reale dal senatore Rossi in commissione ottava, che ha lanciato un grido d’allarme sul pericolo di questo disegno che rischia di cancellare, insieme all’opera più attesa dalla città (ma anche di tutto il nord-ovest) le speranze di sviluppo del porto e del turismo, più in generale del futuro di Genova.

Primocanale si schiera in prima linea per difendere Genova da questi attacchi. Le nostre non sono posizioni legate a schieramenti politici. Sono posizioni in difesa della città e della Regione, fondate sui contenuti. Genova deve restare unita e difendersi dai continui attacchi: in gioco c’è il nostro futuro e soprattutto quello dei nostri figli, almeno di quelli che sceglieranno di restare. Non è giusto pensare che siano costretti anche domani, come oggi, a scappare come fanno molte aziende per mancanza di infrastrutture, di investimenti, di progetti, di qualcuno che li sappia difendere.