cronaca

"Il decreto è illegittimo, si tratta di un'espropriazione di fatto"
2 minuti e 20 secondi di lettura
La vicenda Ilva si arricchisce di un nuovo sviluppo: il gruppo Riva presenta ricorso al Tar del Lazio. L'attuale proprietario degli stabilimenti chiede l'annullamento del decreto ministeriale che permette la cessione dei complessi aziendali di Ilva Spa in Amministrazione Straordinaria.

Il ricorso è stato presentato nell'interesse di Riva Fire e contro la Presidenza del Consiglio, i Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico, nonché gli amministratori straordinari del Gruppo Ilva e la stessa Ilva Spa. 

"ESPROPRIO ILLEGITTIMO" - Il decreto impugnato, a parere dei legali di Riva Fire, è "un provvedimento del tutto abnorme, viziato per eccesso di potere e illegittimo" per violazione della Costituzione. La motivazione addotta è che l'istanza non è stata presentata dal titolare di Ilva, ma dai commissari straordinari, che rispetto all'impresa dispongono solo di un potere temporaneo legato all'ambientalizzazione.

I commissari straordinari, insomma, non avrebbero il "potere di vendere o affittare complessi aziendali dell'Ilva Spa" in quanto "nessuna norma primaria attribuisce ai commissari straordinari il potere di compiere atti di disposizione dei complessi aziendali senza che sia stata dimostrata l'impossibilità di proseguire l'attività d'impresa".

L'impresa - argomentano i legali del gruppo Riva - è stata "definitivamente sottratta ai proprietari mediante una espropriazione di fatto, mai dichiarata con provvedimento o con norma, ma che comunque comporta la integrale spoliazione dei proprietari dell'impresa". E quindi reclamano il diritto "un giusto ristoro per l'espropriazione subita e le perdite conseguenti. Non può aversi, infatti, nel nostro ordinamento un effetto ablatorio privo di compensazione o di indennizzo, per espressa previsione dell'art. 42 della Costituzione".

"I COMMISSARI HANNO PRODOTTO PERDITE" - Oltre al ricorso sulla cessione, i Riva criticano i risultati dell'amministrazione straordinaria: "L'azienda è stata gestita in perdita e privata di qualsiasi prospettiva industriale. Sin dal suo insediamento il Commissario Gnudi ha mostrato di considerare la vendita dell'impresa l'unico possibile esito della procedura". Secondo il documento, nel 2013 l'Ilva in gestione commissariale ha perso 2,4 miliardi di ricavi rispetto alla gestione proprietaria al 2011. Questa gestione avrebbe "condotto all'insolvenza" l'impresa.

Infine, secondo gli attuali proprietari, "Ilva durante la gestione Riva operava nei limiti per le emissioni atmosferiche stabilite dall'Aia rilasciata dal Ministero dell'ambiente nel 2011, mentre i commissari nominati dal governo non sono riusciti a dare attuazione all'Aia nei termini originariamente stabiliti".

IL VERTICE AL MISE - Il ricorso dei Riva arriva all'indomani dell'incontro a Roma tra Governo, sindacati e commissario sulla situazione di Ilva Genova, con la conferma dell'Accordo di Programma sottoscritto nel 2005 e la garanzia che sarà reso esigibile coi nuovi proprietari. Se ne riparlerà dopo il 10 febbraio, quando scadrà il termine per le manifestazioni di interesse. A meno che l'azione legale intrapresa dai Riva non cambi completamente lo scenario.