“Genova e Taranto saranno poli centrali, si sviupperanno insieme. Am Investco vuole rimanere e non uscire”. A dirlo è il commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Laghi, nella giornata dedicata al futuro della siderurgia a Villa Bombrini, evento conclusivo del ‘Progetto acciaio’ promosso dall’assessore Rixi. Parole che andranno confermate dai fatti, perché l’attesa è tutta per il 20 luglio: in questa data ArcelorMittal presenterà ai sindacati il piano industriale su cui incombe l’accordo di programma che vieterebbe di licenziare lavoratori a Genova, nonstante il piano nazionale da 4mila esuberi.
“Il piano Mittal – insiste Laghi – prevede investimenti in impianti di zincatura, l'utilizzo di tecnologie innovative per catturare mercati come automotive o il packaging che consentono marginalità che ci fanno stare tranquilli”. Il 4 luglio, comunque, il Governo ha fatto intendere che la responsabilità dei patti da rispettare ricadrà sui nuovi proprietari. E finalmente sarà chiaro quanti posti di lavoro si rischiano a Genova, che nel frattempo difende le sue eccellenze: banda stagnata e zincatura, due linee di produzione avanzate e pulite che attendono solo di essere potenziate.
"Ribadiremo che per Genova non ci deve essere nessun esubero. Gli impianti devono essere finalizzati e conclusi con gli investimenti prospettati dall'accordo di programma, quindi Genova ha un futuro - ripete Bruno Manganaro, segretario genovese della Fiom - chiederemo al Governo di essere garante, altrimenti lotteremo perché questo si realizzi. Siamo pronti ad andare per vie legali, oltre che in piazza. Chi non rispetta l'accordo fa saltare il banco anche su aree e concessioni. Nessun terminalista ha 65 anni di concessione".
"Le premesse tecnologiche ci sono – assicura il sindaco fi Genova, Marco Bucci – Questa è una fabbrica 4.0, non ce ne sono in Italia e non so quante ce ne sono simili in Europa. Bisogna fare in modo che il nuovo proprietario acquisisca queste informazioni e sia in grado di capire perché è opportuno investire a Genova. Il mio ruolo è parlare con gli investitori, dobbiamo fare squadra".
“Qualsiasi visione del nuovo acquirente deve tenere presente gli obblighi oggi in essere – ha rimarcato l’assessore Edoardo Rixi – L'accordo di programma è un elemento importante sul quale non si può transigere. Detto questo confidiamo che il Governo abbia una posizione di tutela nei confronti degli interessi italiani. Chi viene a comprare qui deve rispettare gli accordi e i territori”.
"L'Ilva ha fatto la storia di Genova e deve continuare a farla – ha aggiunto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova – C'è una grande esperienza pregressa, una grande professionalità acquisita e degli impianti che non sono obsoleti, anzi sono avanzati e nuovi. Tutto questo deve essere considerato e valutato nel quadro generale, ma senza perdere tutto quello che c'è di acquisito, bello, efficiente, produttivo nella nostra città, visto anche che Genova ha perso tanti pezzi negli ultimi decenni. Una volta perse è difficile ricostituire le professionalità”.
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Ilva, a Genova il futuro dell'acciaio: "Così li convinceremo a investire"
In attesa del 20 luglio istituzioni e sindacati uniti per l'occupazione
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