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“Non riportate Genova al 13 agosto”: è l’appello che l’editore di Primocanale ha lanciato ieri in tv e sul sito Primocanale.it e che oggi trova spazio su due intere pagine sui quotidiani nazionali il Fatto Quotidiano e La Verità.

Si tratta di un vero grido, lanciato dall’ex senatore, per cinque anni unico membro ligure della Commissione Trasporti del Senato, per non dimenticare che la situazione infrastrutturale di Genova era già drammatica ben prima del crollo di ponte Morandi e che la semplice ricostruzione dell’infrastruttura non può bastare.

“Pensate bene a quello che scrivete”, chiede con forza Rossi al Governo e alle istituzioni nazionali: “Potrebbe non esserci un secondo decreto Genova, questo potrebbe essere l’ultimo”. Per questo Maurizio Rossi chiede che si mettano al centro dell’iniziativa del Governo gli interessi dei liguri e dei genovesi.

Genova è una città storicamente isolata, per superare questa condizione ha bisogno di treni veloci che la colleghino con Milano e Roma, di un aeroporto che superi il costoso monopolio di Alitalia, l’ammodernamento del nodo ferroviario, un progetto per il quadruplicamento della linea della ferrovia Tortona – Milano (determinante per rendere efficace il Terzo Valico), risolvere la situazione della Gronda, opera che deve passare attraverso il vaglio del Cipe e che è comunque legata alla concessione di Autostrade. Per aiutare la città in questa situazione di svantaggio Rossi suggerisce al Governo di inserire nel decreto il concetto di “mancanza di continuità territoriale”, una misura che non dovrebbe valere solo per le isole ma anche per tutti quei territori, come la Liguria, fortemente limitati sul piano infrastrutturale con pesanti ricadute sulla competitività.

Oggi o domani avremo il testo definitivo e approvato: “incrocio le dita”, scrive Maurizio Rossi, nella speranza di un provvedimento che non ci riporti al 13 agosto.