Dodici per cento in meno di arrivi, oltre il quindici per cento la diminuzione delle presenze. Gli ultimi dati sull'andamento del turismo in Liguria segnano una Caporetto e la politica ne approfitta immediatamente per litigare. Le opposizioni regionali a prendersela con "la politica insufficiente della maggioranza di centrodestra", quest'ultima a invocare ogni possibile attenuante, dal crollo del ponte Morandi al precipitare delle condizioni climatiche, solitamente più favorevoli.
C'è da credere di più all'incidenza del "fu" Morandi. Per quanto non lo si voglia ammettere, anche per ragioni di tipo psicologico, la tragedia del ponte ha segnato, e ancora segnerà, l'andamento dei dati economici della Liguria. Accedere a Genova rimane una cosa di estrema complicatezza, nonostante gli sforzi e gli interventi certamente avvenuti (e meno male, altrimenti il bilancio complessivo sarebbe terribile!), e lo stesso discorso vale per quanto riguarda l'intero ponente ligure, lontano dal mondo più di quanto già non fosse.
In generale, tuttavia, i molto negativi dati sull'andamento del turismo testimoniano una questione che viene da molto lontano e cioè la totale inadeguatezza delle infrastrutture di collegamento fra la Liguria e il resto d'Italia e d'Europa. Ricordo che quando l'editore di Primocanale Maurizio Rossi sedeva in Parlamento, al Senato, si inventò una battaglia che aveva come obiettivo quello di spingere la regione fuori dal suo isolamento. Rispetto ad allora, e qualche anno è passato, non è che le condizioni siano molto cambiate. Anzi, sono peggiorate, con il crollo del Morandi.
Sia dal punto di vista stradale (leggasi Gronda di Genova, Aurelia bis, magari raddoppio, in qualche modo, autostradale) sia sotto il profilo ferroviario (raddoppio della linea fra Andora e Finale Ligure, per non rendere inutili i soldi spesi da Ospedaletti ad Andora, la Pontremolese nello spezzino) la Liguria è in pesante arretrato. Senza dimenticare che il Terzo valico ferroviario, la direttissima Genova-Milano, non sprigionerà i suoi benefici effetti senza il quadruplicamento della Tortona, che rimane una strozzatura assolutamente da superare.
Quindi, si discute molto, e ci si accapiglia, sul futuro della Torino-Lione, diventata il simbolo della sostenibilità politica del governo Lega-5 Stelle, ma prendendo in soccorso ancora le posizioni a suo tempo espresse dall'ex senatore Rossi, alla Liguria in realtà molto poco che quella linea Tav si faccia. Anzi, se vogliamo dirci tutta la verità, noi liguri dovremmo tifare affinché la Torino-Lione vada in archivio, perché ciò favorirebbe la Milano-Genova-Marsiglia, sempre che il raddoppio Andora-Finale Ligure si faccia.
Questi interventi impatterebbero sì sui dati del turismo, perché renderebbero la Liguria facilmente accessibile da parte dell'esercito dei vacanzieri. Sia nel canonico periodo estivo, sia nel resto dell'anno (Natale, Pasqua e tutti i ponti messi a disposizione dal calendario). Se poi ci aggiungessimo un aeroporto di Genova finalmente all'altezza e anche collegamenti marittimi che rispolverassero davvero il vecchio progetto delle autostrade del mare, be' avremmo una regione con le carte in regola per essere una protagonista assoluta dell'economia turistica. In mancanza di ciò, invece, resta solo la possibilità di accapigliarsi sui dati negativi di arrivi e presenze. Come avviene da decenni.
cronaca
Il turismo non decollerà mai se la Liguria rimane isolata
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