cronaca

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La procura di Genova indaga su Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio Matteo, per bancarotta fraudolenta. «Sono un indagato, non posso parlare», la prima reazione a caldo di Renzi senior raggiunto al telefono. È preoccupato? «No - ha risposto dopo una breve risata - anzi, sono molto preoccupato. Così preoccupato che non ho ancora nominato un avvocato». Poi Tiziano Renzi ha affidato a una nota il suo pensiero: ""Alla veneranda età di 63 anni e dopo 45 anni di attività professionale ricevo per la prima volta nella mia vita un avviso di garanzia. I fatti si riferiscono al fallimento nel novembre 2013 di una azienda che io ho venduto nell'ottobre 2010. Sono certo che le indagini faranno chiarezza ed esprimo il mio rispetto non formale per la magistratura inquirente ma nel dubbio, per evitare facili strumentalizzazioni, ho rassegnato le dimissioni da segretario del circolo del Pd di Rignano sull'Arno"

L'indagine era stata aperta tempo fa e riguarderebbe il fallimento di una società di distribuzione di giornali. La procura ha chiesto la proroga delle indagini e ha contestualmente inviato l'avviso di garanzia. Oltre al padre di Renzi ci sono altre due persone indagate. Le indagini sono partite dopo il fallimento, dichiarato un anno fa, della società Chil post. L'indagine è condotta dal procuratore aggiunto Nicola Piacente e dal sostituto procuratore Marco Airoldi.

Come riportato dal Secolo XIX, l'azienda aveva lavorato col quotidiano genovese e con il Giornale della Toscana, inserto del “Giornale” di Milano, edito da Denis Verdini. Dopo un quinquennio (1999-2004) in cui era stata intestata a Matteo e alla sorella, poi è subentrato il genitore. Nel 2006 Renzi senior ha venduto il suo 50% alle figlie Matilde e Benedetta.

Nella sua ricostruzione il Secolo XIX sottolinea che la società Chil ha fatturaro fino 7 milioni di euro (2007). Poi cambia nome in Chil Post Srl fino a cedere il suo ramo d’azienda a un’altra società creata dai Renzi nell’ottobre del 2010 (la Eventi 6 Srl).  Ormai svuotata, la vecchia Chil finisce nelle mani di Gian Franco Massone, originario di Castelletto d'Orba e residente a Varazze, e fallisce. Contemporaneamente la Eventi 6 viaggia a pieno ritmo e dai 2,7 milioni di euro del 2009 passa a 4 milioni di fatturato nel 2011. Ora Matteo Renzi, dirigente in aspettativa dell'azienda, aspetta di conoscerne il futuro.

Lo scorso agosto la società di Tiziano Renzi perse una causa di lavoro nei confronti di un dipendente della sua società che aveva, secondo il giudice del lavoro, lavorato in nero. La società era stata condannata a risarcire il dipendente con 90 mila euro: il giudice aveva riconosciuto lo status di dipendente dal 2006 al 2012. 

"Alla veneranda età di 63 anni e dopo 45 anni di attività professionale ricevo per la prima volta nella mia vita un avviso di garanzia. I fatti si riferiscono al fallimento nel novembre 2013 di una azienda che io ho venduto nell'ottobre 2010. Sono certo che le indagini faranno chiarezza ed esprimo il mio rispetto non formale per la magistratura inquirente ma nel dubbio, per evitare facili strumentalizzazioni, ho rassegnato le dimissioni da segretario del circolo del Pd di Rignano sull'Arno". Lo afferma Tiziano Renzi  in una nota. 

"Le indagini - ha detto il procuratore capo di Genova, Michele di Lecce - sono ancora in corso. Tant'è vero che è stata chiesta una proroga. Non è escluso che in futuro ci possano essere altri indagati". Potrebbero esserci quindi nuovi indagati nell'inchiesta sulla bancarotta fraudolenta della Chil Post, la società di distribuzione giornali con sede a Genova, e che vede indagati Tiziano Renzi, padre del premier Matteo, e altre due persone.

Dal canto suo il Premier Renzi che "non c'è nessun complotto", nessuna giustizia ad orologeria, è la linea di Renzi ai suoi, la giustizia farà il suo corso e in ogni caso c'è la massima serenità che l'inchiesta si risolverà in un nulla di fatto.