Ho passato il sabato della vigilia elettorale più emozionante della mia vita. Non per l'ansia di dovere, il giorno dopo, andare al seggio e fare la mia scelta, ma perché ho accompagnato mia figlia all'altare. Insomma, cari amici, il ruolo del "padre della sposa", Spencer Tracy ci insegna mirabilmente, è ricco di sentimenti dirompenti e di nuvole di shock.
Esaurito il mio compito più importante, dunque, oggi andrò a votare a mente libera. Con una sola preoccupazione legata soprattutto alla volontà di contribuire al disegno di un futuro per la città che, probabilmente, i miei figli e nipoti, dovranno vivere. Mi auguro, nel modo migliore possibile.
Il significato del voto comunale è questo. Potrà anche apparire limitato, circoscritto, ristretto, forse lo è, ma il senso del voto municipale per un cittadino è enorme.
Noi siamo "gente di città". Abbiamo scelto di vivere in un contesto urbano dove sicuramente conta la grande politica, mentre immediatamente siamo toccati dalla quotidianità, fatta di strade pulite, autobus che non si fermano sfiancati dall'usura, cassonetti che non traboccano di spazzatura maleodorante, posteggi che non costano uno sproposito, uffici comunali efficienti, negozi aperti, un centro storico luminoso e frequentabile. Poi i servizi: asili, scuole, ospedali. Un porto collegato, un legame strettissimo con Milano e il Nord ovest.
E certamente, le occasioni per lavorare. Per questo occorre una città moderna, dove il primo cittadino che è chiamato a un compito molto difficile, lavori con entusiasmo e non si faccia imprigionare dal rassegnato slogan: intanto non ci sono soldi. Se si parte con questo piede il futuro di Genova è segnato negativamente. Non vuol dire sperare in un sindaco facilone, ma in un sindaco con lo sprint. Che dica sempre: proviamoci.
Oggi voteremo tutto questo ed è assolutamente sbagliato allargare le braccia nel più palese gesto della rassegnazione. La politica cittadina la dobbiamo condizionare anche col nostro voto.
Poi penseremo a quella nazionale che ci riserva, ora dopo ora, incredibili sorprese e cambi di strategia (uso una parola grossa) spiegabili solo con l'opportunismo.
Nella politica locale di opportunismo fortunatamente c'è ne è' poco.
Oggi bisogna dare a Genova una guida che finalmente agisca, ma anche che si faccia sentire e ci faccia sentire partecipi delle scelte.
Voterò per tutto questo. Magari un po' più rilassato per aver finito di recitare la mia parte, così incredibilmente segnante, di "padre della sposa". Pronto a fare quella del cittadino consapevole.
politica
Il padre della sposa e il cittadino consapevole
"Occorre una città moderna, un sindaco con lo sprint"
2 minuti e 6 secondi di lettura
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