Politica

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Le simpatie o antipatie calcistiche non c’entrano. E’ altra roba, per dirla con un’espressione abusata dal presidente della Provincia di Savona. E l’accostamento non deve necessariamente intendersi come l’incontro tra due vincenti: Marco Bertolotto come Josè Mourinho. Ma al pari di Mourinho, questo sì, lui ha rotto ogni schema: politico e soprattutto mediatico. Non è proprio normale che un allenatore dell’Inter pronunci frasicome: “Giocare con il Milan o con il Chievo ha la stessa importanza. Guadagno 9 milioni all’anno? Smentisco, ne porto a casa 14”. E non è normale per un governante di centro sinistra, praticamente il giorno dopo l’elezione, dichiarare: “Scajola è il miglior politico ligure”. Ma anche: “Io dalla Provincia porto a casa 1800 euro part time? Sì, ma in ospedale faccio il resto”. Eppoi ecco che Mourinho focalizza soprattutto un avversario, Claudio Ranieri, il tecnico della Juventus: “Un vecchio perdente che non sa l’inglese nonostante tanti anni a Londra”. E subito spedisce il fedele vice, Giuseppe Baresi, a correre per ricucire i rapporti. Anche Bertolotto ha mirato soprattutto ad un bersaglio, Giovanni Lunardon, il segretario savonese del Pd. “Un dirigente senza attributi di un partito inesistente”. E l’inseparabile “ombra” del presidente, Carlo Scrivano, che si affretta a chiarire che forse Bertolotto è stato mal interpretato. La sintesi di tutto questo conferma la curiosa validità di un parallelo un po’ ardito. Mourihno si gioca tanto quest’anno in Italia. E si gioca tanto Bertolotto quest’anno in Liguria. Entrambi, intanto, hanno già rotto gli schemi per esaltarsi nella comunicazione. Ma dopo le parole servono ad uno i risultati, all’altro i voti.