economia

Benveduti: "Non possiamo permetterci di perdere altro tempo, chiediamo chiarezza"
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"I tempi sulle risposte da parte di Invitalia contrastano con i tempi d'impresa. La finalità principale dell’intervento a sostegno delle Aree di crisi complessa doveva essere quella di offrire un celere supporto a possibili iniziative imprenditoriali che potessero mitigare la grave crisi che negli anni si è concentrata su tale zona, incrementando in particolare l’occupazione. Allo stato attuale della situazione, invece, non possiamo che riscontrare lungaggini da parte di Invitalia, su cui chiediamo un pronto intervento da parte del Mise per non vanificare gli effetti della misura e soprattutto non mortificare il tessuto economico savonese". Lo dichiara l'assessore allo Sviluppo economico della Regione Liguria Andrea Benveduti, a seguito della "bocciatura" del Ministero dello sviluppo economico di tre dei quindici progetti di impresa per l'area di crisi del savonese attraverso il bando di Invitalia.

Un bando, a valere sulla Legge 181/89, con una dotazione finanziaria nazionale di 20 milioni di euro. "Le imprese - dice l'assessore Benveduti - escluse dai finanziamenti di Invitalia avrebbero dovuto insediarsi nel Parco Tecnologico di Ferrania. A questo punto, - aggiunge l'assessore - la Regione, sebbene a suo tempo avesse convenuto con le parti sociali di accodare il proprio intervento a quello di Invitalia per massimizzarne sinergie e i risultati, non può permettersi di aspettare ulteriormente. Pertanto, accanto al primo bando a sostegno della Ricerca di 3 milioni e mezzo già concluso nella sua prima parte a marzo e previsto entro giugno nella sua seconda, verranno immediatamente messi in lavorazione quelli relativi agli Investimenti Produttivi (12 milioni e mezzo) e alle Infrastrutture di Ricerca (3 milioni). In particolare, il primo destinato già all’origine alle PMI vedrà pianificata una parte a fondo perduto accanto a una a finanziamento ed entrambi saranno finalizzati entro giugno, con risposte alle proposte di investimento in tempi brevi (max 45 giorni). Dobbiamo però da tutto ciò purtroppo riscontrare come la parte in capo a Invitalia, a questo punto non sia evidentemente in grado di rispondere all’urgenza e alle necessità che la lunga fase di preparazione e condivisione sul territorio con tutti gli stakeholders avrebbe dovuto con chiarezza far recepire. I lunghissimi tempi di lavorazione delle proposte (più di 6 mesi) e i molti riscontri negativi di cui siamo stati fin qui edotti fanno quindi ritenere urgente da parte di Invitalia stessa un profondo ripensamento delle procedure amministrative e di valutazione, apparentemente oggi estremamente onerose, complesse e selettive".

"E’ evidente che le necessità imprenditoriali di chiarezza, certezza e rapidità di azione non possono essere così soddisfatte, aggravando ancora di più una situazione economico occupazionale già estremamante difficile" conclude Benveduti.