La conferenza stampa a Savona di alcuni rappresentanti delle istituzioni contro l'accorpamento dell'Autorità portuale a quella di Genova lascia perplessi. Sembra più la protezione dei posti di alcuni personaggi - che dall'accorpamento resterebbero senza un cadreghino - mista all'apertura della campagna elettorale per le Comunali di Savona.
Gianluigi Miazza è il presidente dell'Autorità portuale savonese che ha sostenuto il progetto del deposito di bitume a pochi passi dal Priamar e dal terminal traghetti. Un decisione scellerata, criticata da noi e prima di tutto dai 5 Stelle, tanto da mettere in difficoltà tutto il Partito Democratico locale e regionale perché, durante la gestione Burlando-Paita, aveva avuto il via libera dalla Regione.
Miazza è sempre quel presidente che ha comprato a prezzi, da alcuni ritenuti eccessivi, l'area della Vado Intermodal Operator della famiglia Orsero in grave difficoltà. Miazza è quel presidente di Autorità portuale che non fornisce alcuna informazione su canoni di concessione pagati dai terminalisti, durate, investimenti e occupazione. A differenza del suo collega genovese Luigi Merlo che, almeno, alcuni dati li ha forniti dimostrando maggiore trasparenza.
Miazza è sempre quel presidente che ha concesso proroghe nel mese di Luglio ad alcuni terminalisti (senza dirci a quali condizioni nonostante i ripetuti solleciti). Una accelerazione che sarà casuale, ma cade - guarda caso - prima del possibile accorpamento al Porto di Genova. Così quando gli scali della Torretta e della Lanterna diventeranno un unico porto, le banchine saranno già assegnate per molto tempo impedendo una razionalizzazione comune.
E il comportamento dell'attuale sindaco, Federico Berruti, lascia altrettanto perplessi. Lo stesso primo cittadino che diceva di non andare alle riunioni del comitato portuale "perché non serviva a nulla". Lo stesso che, nel frattempo, non si era accorto del passaggio sul deposito del bitume. Lo stesso che (almeno in un primo tempo) era anche d'accordo sull'accorpamento a Genova. E lo aveva dichiarato pubblicamente.
Lo stesso Berruti che, terrorizzato dall'ipotesi di una sconfitta del suo partito alle prossime Comunali, fa squadra. Non convinto, ma fa squadra per il bene del Pd. Ma sarà sufficiente per evitare la debacle?
Infine, Confindustria a Savona è sempre più debole e con mille problemi da risolvere. Non sono più i tempi di una leadership forte e lungimirante come quella di Luciano Pasquale. Oggi gestisce solo situazioni preoccupanti e problemi da cui si dovrà capire se avrà la forza di tirarsi fuori. In un territorio che dovrebbe aprirsi, anziché pensare di chiudersi nel suo orticello.
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Il lamento (falso) di Savona tra elezioni e cadreghini
L'editoriale
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