La più intelligente e imponente operazione urbanistica di Genova, insieme al recupero del porto antico inventato da Renzo Piano è senza dubbio quella che ha creato la facoltà di Architettura nel cuore del migliore centro storico: Sarzano e Santa Maria di Passione.
Merito di un insegnante colto e preveggente, Edoardo Benvenuto e di un maestro dell'architettura come Ignazio Gardella. Merito anche di una giunta comunale che davvero aveva capito che per far rinascere la Genova dei caruggi e dei palazzi, delle chiese e delle botteghe l'unica strada realisticamente possibile era quella di immettere vita laddove la vita si stava spegnendo, mangiata dall'abbandono, dalle brame della speculazione e dai tentacoli di una malavita crescente e non più folcloristica.
L'idea di infilare nel centro storico bombardato dagli inglesi il 9 febbraio del 1941 una "scuola" universitaria e in particolare la scuola di chi deve progettare case e città, fu geniale. E geniale e raffinato il progetto che Gardella pensò, recuperando e ricreando, sempre sotto lo sguardo colto dell'ingegnere-teologo che aveva fatto nascere dal nulla questa facoltà.
Mentre la città ancora soffriva delle operazioni come quella di via Madre di Dio o Piccapietra (almeno a Piccapietra un po' di vita c'è) si pensò che portare tra i vicoli morti la vita attraverso gli studenti e tutto quello che i giovani fanno muovere poteva essere la scelta giusta. Così è stato anche se oggi la crisi sta minacciando locali, botteghe e piccole iniziative meritorie di attenzione.
Poi ci fu la scelta corretta di infilare Economia nel porto antico. Anche in questo caso con benefici, magari meno eclatanti, ma concreti.
Ora si potrebbe riaprire la partita dell'Hennebique, quei 250 metri realizzati con il primo cemento armato inventato alla fine dell'800 dal signor François Hennebique di Neuville, nato muratore e diventato lo scopritore del materiale che segnerà per oltre cent'anni lo sviluppo dell'edilizia. L'ultima asta del palazzone-silos del porto è andata deserta e non ci si poteva aspettare altro, considerati i vincoli che strangolano questo manufatto.
Una vecchia idea era che Ingegneria potesse trasferirsi in parte qui invece che emigrare a Erzelli ai bordi dell'autostrada. Certo se così fosse (e io lo spero ardentemente come vecchio genovese) una scelta del genere potrebbe rimettere in moto l'ultimo spazio di porto antico prima della stazione marittima con un prevedibile risanamento ambientale e sociale e un possibile rilancio economico.
Senza dubbio l'edificio è fatiscente per usare un eufemismo. E' un enorme rottame. Ma questo non dovrebbe spaventare gli ingegneri, anzi. Chissà che le ultime poco confortanti notizie che giungono dalla collina di Erzelli non possano riaprire questa ipotesi Hennebique. Si realizzerebbe infine un eccezionale percorso universitario che parte dalle facoltà di via Balbi, tocca l'Albergo dei Poveri, poi l'Hennebique, Economia, per salire alla collina di Castello dove regnano gli architetti.
Con la possibilità che il centro storico di Genova diventi un unico campus universitario. E questo sì, veramente attrattivo.
cronaca
IL COMMENTO / Ingegneria, riaccendiamo l'idea dell'Hennebique?
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