cronaca

Origine e causa della perdita sono ancora da chiarire
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A due settimane dal disastro di Fegino, la Valpolcevera ha vissuto un'altra notte all'insegna dell'ansia e della puzza. Un nuovo sversamento nel torrente, stavolta non greggio ma materiale raffinato, ha avvelenato l'acqua di San Quirico, ben 5 chilometri più a monte dell'episodio legato all'oleodotto Iplom. Dalle 20 di lunedì si lavora senza sosta sotto il ponte Tullio Barbieri, nei pressi del centro commerciale. La perdita è stata isolata, il liquido confinato e trattato con schiumogeni perché non prendesse fuoco. Al momento la foce è fuori pericolo. Sul posto, oltre alle autorità locali, è arrivato intorno all'una di notte il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti, accorso da Alessandria. 

Origine e causa della perdita sono ancora da chiarire. La procura sta passando al vaglio l'ipotesi di reato. Al momento la dinamica più accreditata è quella di uno sversamento doloso: qualcuno potrebbe avere riversato il liquido nel torrente, che in quella parte è tombato, dopo avere lavato una autocisterna. Da un primo esame, infatti, la sostanza sembrerebbe composta da idrocarburi e solventi usati proprio per il lavaggio delle autocisterne.

Tutto è iniziato nella prima serata, quando gli abitanti della zona hanno inziato a sentire un odore molto forte provenire dal torrente.
Con ogni probabilità si tratta di benzina, più pericolosa perché più infiammabile. In via precauzionale l'area interessata è stata subito cosparsa di schiumogeni. Sul posto è subito intervenuto il nucleo NBCR dei Vigili del fuoco, insieme al comandante La Malfa, con tecnici dell'Arpal e Vigilli ambientali. In soccorso anche un'idrovora per aspirare parte dell'acqua inquinata. Vapori di idrocarburi sono stati rilevati negli scarichi fognari. 

"Ero in contatto col presidente Renzi, preoccupato per quanto stava accadendo. Nessuna emergenza, ma voglio approfondire. Potrebbe essere l'occasione per rivedere dal punto di vista strutturale la realtà del Polcevera", ha detto Galletti. L'assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone si accoda al ministro: “Bisogna pensare a una rivisitazione di quest'area con tutti questi oleodotti, è un dovere nei confronti della cittadinanza che non può più tollerare questa situazione”. 

Dopo l'assessore Gianni Crivello, tra i primi a giungere sul posto, è arrivato anche il sindaco Marco Doria: “La situazione è sotto controllo, rientrata. Questo non è collegabile a quanto successo con Iplom". Già a San Quirico Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria: "Il danno ambientale è molto contenuto, ora dobbiamo capire perché due eventi simili nello stesso posto a poca distanza di tempo. Credo sia una circostanza, ma sarà la magistratura a chiarirlo. Ora l'importante è che sia stato messo in sicurezza l'ambiente".

Presente anche l'ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante della Capitaneria di porto di Genova: "Al momento non si rilevano sversamenti consistenti, noi per precauzione abbiamo rinforzato i mezzi alla foce. Le quattro barriere non sono ancora state tolte".

"Piove sul bagnato. Appena mi hanno detto del petrolio ho pensato subito a Fegino. Sono venuto qua subito. Speriamo che si risolva presto questo problema", dice Pasquale Costa, residente della zona e assessore municipale. "È l'ennesima tegola per noi - commenta la presidente del Municipio Valpolcevera, Iole Murruni - Non vorremmo tornare alla ribalta per questi problemi. Va aumentata l'attenzione su queste zone".