cronaca

Nel primo pomeriggio avevano lasciato l'accampamento nel Roja
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All'inizio sembrava uno sgombero volontario, poi si è capito che da lì non volevano andare via, perché l'obiettivo è sempre lo stesso: raggiungere la Francia, e in particolare Parigi, dove molti di loro hanno i parenti. I migranti accampati nel Roja a Ventimiglia, supportati dai No Borders, alla fine hanno cambiato strategia. 

Raccolte tende ed effetti personali, si spostano ora nel vicino Comune di Monterosso per evitare un eventuale sgombero forzoso. L'accampamento viene riproposto alla foce del Nervia, un altro torrente, a circa un chilometro di distanza dal Roja. Non tutti, però: alcuni hanno deciso di rimanere sulla spiaggia a Ventimiglia, alla foce del fiume. Il sindaco Ioculano non risolve il problema per cui si era auto sospeso dal Pd in segno di protesta. Ora, però, la gatta da pelare la può dividere col confinante Davide Gibelli. Una magra consolazione.

A sorpresa, però, si fa avanti la Chiesa locale. "Con il sindaco di Ventimiglia stiamo lavorando per evitare qualsiasi soluzione forzosa e disordini. La situazione è ancora tutta in fieri, ma noi abbiamo già dato la disponibilità a montare una tendopoli in un terreno del seminario, attivando una collaborazione con la Croce Rossa per una cucina da campo e con la Protezione Civile per i servizi igienici", ha detto il vescovo di Ventimiglia, Antonio Suetta, annunciando l'impegno per risolvere l'emergenza migranti.

Tra le altre soluzioni, c'è pure quella di realizzare una tendopoli in un terreno delle Ferrovie, sempre a Ventimiglia. "Contiamo di trovare una soluzione entro le prossime quarantotto ore per rispondere a questa emergenza", conclude il vescovo ricordando che oggi la Caritas ha accolto in seminario una trentina di migranti coinvolti nel naufragio avvenuto, giovedì scorso al largo delle coste siciliane.

Sabato era uscita la proposta di aprire un centro di accoglienza fuori dalla città in grado di ospitare 50 persone, ‘perché i filtri non funzionano’, diceva il sindaco. Ma i migranti all'estremo Ponente ligure sono più di cento. E poi, per poterli accogliere, le norme prevedono l’identificazione, e una volta identificati in Italia i profughi non potrebbero raggiungere la Francia.

Lo spostamento era cominciato in tarda mattinata, quando un forte acquazzone ha fatto smantellare la tendopoli. Hanno preso le loro cose, qualcuno si è riparato dalla pioggia sotto il viadotto. Nel frattempo scadeva l'ordinanza urgente di sgombero firmata venerdì da Ioculano. Quindi niente carabinieri, niente forze dell’ordine, niente intervento coatto, come qualcuno temeva.

L'accampamento, a pochi chilometri dal confine con la Francia, era stato montato anche con l’aiuto dei 'No borders' che in questi giorni hanno assistito i profughi. E proprio la loro presenza faceva pensare a possibili resistenze. Invece tutto è filato liscio, visto che si trattava di una momentanea ritirata, e non di uno sgombero volontario.

L'obiettivo finale resta la Francia, come chiarito in un pranzo collettivo organizzato dai No Borders, seguito da un'assemblea per capire come muoversi nei prossimi giorni. E per il 18 giugno gli attivisti al fianco dei migranti anunciano un blocco stradale tra Breil, Ventimiglia e Mentone per disturbare il flusso di merci e persone.

"Si sta ripresentando una situazione uguale alla precedente, con un accampamento senza acqua e senza servizi igienici. Non so cosa potrà accadere" ha detto il sindaco Ioculano. "Noi non siamo quelli degli sgomberi, noi ci impegniamo per risolvere una questione umanitaria, così non si può andare avanti, per la città e per i migranti".