politica

In tanti pensano alla Pinotti come possibile sindaco
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Domani, lunedì 12 dicembre, Paolo Gentiloni, parente del Patto, farà il Renzi-bis e l’unica signora che resterà al nuovo governo sarà la genovese Roberta Pinotti. Parola di bookmakers. In tanti cominciano a pensare che ora, avendo resistito alla débacle renziana, potrebbe fare il sindaco di Genova.


Quelli del Pd genovese, invece, si riuniscono ognuno all’insaputa dell’altro: Terrile raduna i suoi (suoi nel senso di suoi parenti?) alla cremeria Buonafede per una panera sociale, Lunardon incontra gli amici alla gelateria Guarino di Spianata, Margini parlerà ai compagni alla Camera del Lavoro (l’ultimo di sinistra che hanno visto fu Togliatti il 16 novembre del ’63), Morettini scrive su un quotidiano che Renzi a Genova ha stravinto il referendum, cioè la Valpolcevera lo ha bocciato si, ma per sincero affetto (“Dai Matteo ti tagliamo le palle per troppo amoreeeee!!!!”). Il vicesindaco Bernini firma per lui un TSO, trattamento sanitario obbligatorio. Intanto Regazzoni dal balcone di Palazzo Ducale chiede dove si svolgono le primarie che lui non l’hanno avvertito. All’interno del Palazzo, Luca Borzani, seduto su una poltrona rococò, fumando un toscanello, organizza la prossima mostra sull’ intensa relazione emotiva fra Gregorio De Ferrari e le foto di Playboy. Pippo Rossetti e Lorenzo Basso preferiscono non entrare nella polemica.


Rixi è sul Cervino per risalire la via Carrel (difficoltà D) e ha abbandonato la Viale al bivacco Solveyhutte 4003 metri di strapiombo sul versante svizzero, la Cavo percorre contromano la Camionale tentando di bloccare un manipolo di neo-laureati che vuole andare a cercar lavoro a Spinetta Marengo, Porcile governa una mandria di cinghiali che bruca ciclamini nell’aiuola di piazza Corvetto.


Giovanni Toti non si trova: dicono che sia a Porta a Porta, che alle 21 era da Mentana, poi sarebbe passato da Vespa fermandosi un attimo a Piazza pulita. Il fedele Giampedrone lo cerca a Chi l’ha visto, poi, allarmato fa scattare l’allerta rossa. Jessica, addetta stampa del governatore gli spiega di stare calmo, che i comunisti sono scomparsi e che Toti fa sempre così. Poi il lunedì ritorna a casa. Allora Giampy scende a quella arancione. Ma il timore di confondersi ideologicamente con i sindaci Pisapia e Zedda lo convince, infine,  a optare per quella gialla.


Dalla Meridiana, Davide Viziano arringa i clienti del bar sotto Palazzo Bianco: “C’è la Péttene, non dimenticatela!”. “Chi??. “La Péttene, ora è con Magdi Allam a bere una tisana alla Marescotti, ma poi ritorna”.
Al Politeama Genovese, Beppe Grillo fa scegliere al pubblico il candidato-sindaco tra Putti e la Salvatore. “Alice! Alice!” strepitano da platea e galleria, palchi compresi. L’Alice sarà sindaco di Genova, farà l’alleanza con l’Appendino, cancellerà il Blueprint sostituendolo con la ruota panoramica, chiuderà il Galliera aprendo una fattoria didattica a Carignano dove convergeranno i cinghiali salvati da Porcile, vieterà il transito in via Assarotti ai mezzi Amiu troppo inquinanti e i genovesi bruceranno la spazzatura sui pianerottoli di casa, cuocendo alla brace i cosciotti dei cinghiali sfuggiti a Porcile, poi, il sabato, bloccherà il terzo valico utilizzando il tunnel già costruito per conservare la Bianchetta della Valpolcevera, le formaggette di Propata e avviare una coltivazione di champignons, chiedendo a Burlando di occuparsene. Burlando accoglie l’invito con entusiasmo pensando che può essere un’ interessante ripartenza politica.


I genovesi per andare al di là dei Giovi ripristinano la strada della Bocchetta dove riaprono antiche trattorie di campagna e decretano il boom della testa in cassetta di Campoligure i cui salumifici potranno occupare gli esuberi delle fabbriche.


Ma Doria ha risposto al Pd? Ha detto Si o No?
“Ha detto Ni… o forse So, anzi mi pare abbia detto Sn, o Ns…..”

Dove è Doria? Rispondono che è tornato dalla Cina e ora parla da solo davanti a uno specchio, solo il cinese-mandarino e nessuno lo capisce. Lo hanno dimenticato nel suo ufficio a Palazzo Tursi.
“Ma è tutto buio!” “Sta con le luci spente per risparmiare corrente” “E l’usciere dove è?”: “Lo ha chiuso dentro e è andato per prataioli in val Gargassa. Introvabile”. “Bisogna andare a salvarlo”. “Chi ci va?” “Chiedetelo a Cofferati!” “Mandicelo!” ordina perentoriamente un consigliere della minoranza. Il professor Coletti, stramazza.
Vanno, aprono la porta dello studio. Il sindaco è al buio, seduto alla sua scrivania, il capo chino su un progetto per rilanciare la Movida sostituendo churrascherie e birrerie con ferramenta e lattonieri. Chi lo ha trovato riferisce che parlava da solo, usando un linguaggio sconosciuto: chung, minh, lao, gnam. Vicino, su un piatto, i resti di alcuni involtini primavera e nascosto dietro la Tavola della Valpolcevera l’assessore Piazza, annichilito.
Sul monte Figogna monsignor Granara accende le luci del presepe della Guardia.  Il beato Pareto scuote lentamente la testa, ma la Madonnina sorride. Sì, Genova ce la farà ancora una volta. Buon Natale.