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Fronte compatto contro il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Genova reagisce così di fronte all’intervista sul Secolo XIX in cui il ministro fa sapere che “i soldi per la Gronda non ci sono, perché non si può finanziare l’opera solo con gli aumenti autostradali”. E questo sebbene esista un accordo preciso con Autostrade per l’Italia, che ha previsto nei prossimi anni 21 miliardi di investimenti, fra i quali anche i 3,2 circa per la Gronda.

La prima reazione è stata quella di Paolo Odone, presidente della Camera di Commercio di Genova: “Dire che siamo sorpresi è poco. Che da Roma ci dicano la verità, una volta per tutte. Avremmo dovuto incontrare il ministro proprio per discutere dell’isolamento geografico della Liguria, evidentemente non se l’è sentita di dirci certe cose direttamente”. Le ire dei genovesi si scatenano a raffica soprattutto quando Lupi, a Genova per l'assemblea del Nuovo Centrodestra, arriva per un sopralluogo ai cantieri del Terzo Valico. Parla dell’importanza delle grandi opere per il futuro dell’Italia e fra queste cita anche la Gronda. E’ meno tranciante rispetto a quanto affermato sul principale  quotidiano ligure, ma non molla il punto: “Voglio tutti intorno al tavolo, bisogna stabilire come finanziare l’opera e ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”. Un tema, quello degli stanziamenti, che non era mai stato tirato in ballo. Semmai ci si è “picchiati” su altro.


E allora ecco il presidente dell’Autorità portuale, Luigi Merlo: “Noi abbiamo fatto tutta una previsione di investimenti alla luce del fatto che si costruisca la Gronda, un’opera essenziale per la crescita delle attività portuale. Che cosa sia successo non lo capisco, di sicuro se non si a la Gronda si uccide il porto di Genova”. Sulla stessa lunghezza il vicesindaco Stefano Bernini (Pd): “Mi auguro che ci sia un ripensamento, questo era un punto mai messo in discussione. Del resto la quota di finanziamento destinata alla Gronda, nell’ambito degli interventi complessivamente previsti nel resto del Paese, è una cosa minima”. Anche Patrizia De Luise, leader della Confesercenti, dichiara la propria sorpresa: “Basta parole e parole a vuoto. Se ci si mette anche il governo a fare questi giochi su elementi che sembravano pacifici stiamo freschi. Ma qui ne va del futuro di tutta la Liguria, perché la Gronda non serve soltanto a Genova, serva alla regione e pure al resto d’Italia se consideriamo la sua rilevanza per il porto”.


Da Roma, mentre è impegnato nella battaglia a Palazzo Madama sulle riforme, il senatore Maurizio Rossi, del Gruppo Misto-Liguria Civica, fra i più accaniti sostenitori  dell’opera, prova a smascherare ciò che secondo lui muove il ministro: “Lupi sa bene che la società Autostrade  ogni anno per convenzione aumenta le tariffe del 70% dell'incremento Istat.  E poi c’è l’aumento previsto per realizzare le opere concordate. Fra queste mancano il nodo di Bologna e la Gronda, la cui copertura è spalmabile su più anni. Nel caso della Gronda, che costa circa 3,2 miliardi, è previsto un aggravio totale sui pedaggi di circa il 16%. Una percentuale che, se i lavori iniziassero nel 2015, verrebbe spalmata nell’arco di 8 anni, con un aumento approssimativo dell’1,8% annuale. Forse il ministro vuole evitare l’impressione che si chiedano altri sacrifici ai cittadini e, così, ora se ne esce con questi discorsi. Poi, certo, la Liguria, e in particolare la Regione, ci ha messo del suo, fra opere aggiuntive come il tunnel della Fontanabuona e prescrizioni varie, che portano un aggravio dei costi”. E qui scatta inevitabile la polemica con l’assessore regionale alle infrastrutture Raffaella Paita, anch’essa critica, peraltro, verso la presa di posizione del ministro.

"Il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi ha rilasciato  alcune allarmanti dichiarazioni - spiega Raffaella Della Bianca, consigliere regionale del Gruppo misto - relative alla mancanza di fondi per realizzare la Gronda di Ponente e ha invitato la Regione a partecipare economicamente alla realizzazione dell'opera. Queste affermazioni gettano, purtroppo, dubbi pesantissimi sull'effettiva possibilità di realizzare l'opera, anche alla luce del fatto che la recentissima sentenza della Corte dei Conti sul rendiconto del bilancio regionale 2013 attesta il sostanziale fallimento della gestione finanziaria condotta da questa giunta". Secondo il consigliere, infatti, le osservazioni della magistratura contabile impediscono all'amministrazione regionale di reperire nuovi fondi per portare a compimento l'opera.


Che cosa succederà adesso è difficile da dirsi. Un passaggio importante sarà comunque quello del vertice che Lupi ha annunciato di voler tenere entro fine a mese a Roma. Oltre che del progetto si parlerà, inevitabilmente, di come finanziarlo. I Liguri proveranno a tenere il punto. Ma l’ultima parola sarà del governo. Perché è vero che i soldi stanno già negli impegni di Autostrade, ma è anche vero che l’esecutivo potrebbe fare la scelta politica di modificare l’impianto finanziario appunto per ridurre gli aumenti. E con Autostrade che certo non si metterebbe a piangere se le dicessero che la Gronda non rientra più fra le opere comprese nel suo piano di investimenti.