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Le due società si trincerano dietro il silenzio
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“In questa fase l'azienda non rilascia interviste né dichiarazioni sulla Gronda e sull'aeroporto di Genova”. Una frase ricevuta via mail in modo ufficiale da Autostrade per l’Italia che liquida ricorrendo a un malcostume tipicamente italiano la richiesta di rispondere ad alcune domande sui lavori per la Gronda e la possibilità di privatizzazione dell’Aeroporto di Genova.

Quelle domande che avremmo voluto fare al telefono a Giovanni Castellucci (amministratore delegato di Autostrade per l’Italia) e a Ugo De Carolis (ad di Aeroporti di Roma) sono le stesse che girano da qualche tempo tra addetti ai lavori, politici e non solo. Soprattutto dopo le rivelazioni su Primocanale.it del senatore genovese Maurizio Rossi (Liguria Civica) una maggiore apertura da parte degli interessati sarebbe auspicabile. Evidentemente credono che il silenzio sia l’arma migliore per lasciare ‘che le cose passino’. Ma così non accade, perlomeno dalle nostre parti.

Cominciamo dalla Gronda. Prima di tutto vorremmo sapere da Castellucci se è vero che Autostrade ha chiesto una proroga di sette anni alla concessione che scade nel 2038. Ma come, il finanziamento per la Gronda dovrebbe essere già coperto con l’aumento delle tariffe in vigore sulla rete autostradale nazionale da tempo. Almeno così è stato detto finora in via ufficiale. Di conseguenza, vorremmo sapere se sono aumentati i costi per la realizzazione in modo esponenziale oppure se le risorse accantonate finora sono finite a disposizione di qualche altra opera. Oppure la Gronda è una scusa per avere un prolungamento fino al 2045 della concessione ‘a prescindere’?

Sull’aeroporto di Genova le domande per De Carolis sono essenzialmente due. La società Aeroporti di Roma possiede un quota minore nel capitale sociale dello scalo genovese. Seguendo l’iter della privatizzazione, l’Autorità portuale (proprietaria di maggioranza) dovrà nominare un advisor per valutare l’effettivo valore di mercato e successivamente indire un bando internazionale per attirare i potenziali acquirenti. Prima domanda: è vero che Adr vorrebbe rilevare la maggioranza dell’aeroporto senza passare attraverso una gara? Seconda domanda: visto che i soci - tra cui anche la Camera di Commercio di Genova - vantano un diritto di prelazione, Adr a gara svolta e ricorrendo le condizioni è disposta a esercitarla?

Per quelli che si chiedono quale sia il legame tra Gronda e Aeroporti di Roma, la risposta è semplice: Adr è controllata dalla holding Atlantia che - guarda caso - è anche il gruppo di riferimento per Autostrade per l’Italia. Queste sono le domande che avremmo rivolto a Castellucci e De Carolis. Sono il minimo sindacale per avere un po’ di chiarezza. Loro ritengono di non rispondere: non è il modo migliore per impedire ‘cattivi pensieri’. Non è il comportamento giusto di chi svolge la propria attività utilizzando anche il patrimonio pubblico.