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Prime adesioni alla battaglia per la grandi infrastrutture lanciata da Liguria Civica. La Confesercenti di Genova, attraverso il suo leader, Patrizia De Luise prende posizione, peraltro rivendicando una lunga permanenza sulle barricate:E’ una iniziativa importante. Da anni andiamo ripetendo che il problema più grave per Genova e la Liguria è proprio l’isolamento – dice – al quale siamo costretti dalla carenza di grandi vie di comunicazione. Questo fatto si è tradotto anche in un grave danno economico, perché ha provocato una perdita di competitività da parte delle nostre imprese”. Fa eco Alessandro Cavo, presidente di Fepag e membro della giunta di Ascom: "Anche i pubblici esercizi hanno bisogno di uscire dall'isolamento, quel manifesto è un elenco di priorità che sono anche nostre e che da anni andiamo perorando", spiega.

Quanto alla possibilità di affiancare Liguria Civica in una raccolta di firme da recapitare al governo, De Luise osserva: “E’ un’ipotesi da valutare e possiamo valutare anche di attivare la nostra struttura”. Voce a sostegno della battaglia per le vie di comunicazione, in primis ovviamente il raddoppio della linea ferroviaria del Ponente, anche da Imperia, con il sindaco del capoluogo, Carlo Capacci, che osserva: E’ una buona iniziativa, non v’è dubbio che si debba spingere sull’argomento. Io posso anche capire che oggi ci siano difficoltà a reperire le risorse necessarie, ma sarebbe già un passo avanti importante se si facesse un calendario degli interventi e si avesse almeno la certezza di quando potrebbero cominciare. Non dimentichiamo che il raddoppio è anche la via che collega Imperia, Genova e tutta la Liguria alla Francia e, quindi, al resto d’Europa”.

LA CAMPAGNA  - “No alla Liguria tagliata fuori dal Paese!”: scritto in maiuscolo, su sfondo rosso. E poi, su sfondo giallo: “Appello al ministro Lupi contro l’isolamento della Liguria”. Si presenta così, con un’inserzione pubblicitaria da un terzo di pagina sui principali quotidiani genovesi la campagna lanciata da Liguria Civica, il movimento costituito dal senatore Maurizio Rossi (indipendente del gruppo Per l’Italia), per dire “no a un’Italia a due velocità”. Una protesta, ma anche un’iniziativa che prova a muoversi sul concreto: una grande raccolta di firme da scodellare appunto sul tavolo del governo, e in particolare del ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, con l’obiettivo di portare a casa tutte quelle grandi opere che per un motivo o per l’altro languono e che isolano Genova e la Liguria dal resto del mondo.

Una regione, recita un altro passaggio della campagna, “impossibile da raggiungere per turismo e lavoro”. Liguria Civica aziona tutte le possibili leve per raccogliere le adesioni alle rivendicazioni: giornali, siti internet, social network, a cominciare a fecebook e twitter. Una vera e propria chiamata alle armi dei liguri da ponente a levante, con una piattaforma di richieste ben precisa: “Riprendere i lavori per il raddoppio del collegamento Italia-Francia a Ponente; finanziare l’ultimo tratto del raddoppio a Ponente tra Italia e Francia; porre fine alle liti e ai ricorsi al Tar tra Autostrade ed enti locali e partire con i lavori della Gronda; finire il Terzo Valico e chiudere il corridoio Rotterdam-Genova, vero collegamento tra il Nord Europa e il Mediterraneo (altro che Torino-Lione!) e collegare Genova con l’alta velocità del Paese; risolvere il collegamento Genova-Roma in treno almeno a media velocità, passando da Firenze per garantire così un collegamento in meno di 3 ore e 30 minuti; garantire linee aeree con Roma a costi medi simili alla tratta Milano-Roma, non si può prendere per il collo chi ha necessità di muoversi”. Gli argomenti sono quelli classici dei quali si usa dire che non sono né di destra né di sinistra, ma urgenze irrinunciabili per il rilancio della Liguria e di Genova. Per questa ragione Liguria Civica punta su una mobilitazione sia dell’intera classe dirigente sia dei comuni cittadini, contando di raggiungere – ed è auspicabile – un numero di firme così elevato da far capire al ministro Lupi e al governo nel suo insieme che raddoppio ferroviario, Gronda, Terzo Valico e, già nell’immediato, collegamenti aerei e ferroviari più veloci e meno costosi sono una necessità improrogabile.

“In una regione –
osserva non casualmente il senatore Rossi – il cui prodotto interno è a livello delle aree meridionali e non di quel Nord Ovest di cui geograficamente fa parte. Basta con le parole, servono i fatti”. Per questa e per tante altre ragioni Liguria Civica si aspetta che “i liguri sostengano se stessi”, augurandosi che in prima fila ci siano imprenditori, sindacalisti, sindaci, assessori e consiglieri comunali delle diverse municipalità, assessori e consiglieri regionali, forze politiche in modo bipartisan, commercianti, operatori turistici e del mondo della cultura e i cittadini (basti pensare ai pendolari) che quotidianamente vivono sulla propria pelle il disagio, le difficoltà e l’impoverimento provocati dall’isolamento della Liguria a causa della mancanza di adeguate vie di comunicazione.