Cronaca

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Giusto o sbagliato pubblicare gli elenchi con i redditi degli italiani? Giusto o sbagliato che in questi elenchi ci siano i cosiddetti vip, personaggi pubblici, attori, cantanti, politici, grandi imprenditori, grandi professionisti, protagonisti dell’italico gossip, ma anche professionisti semplici non da cronache rosa, da feste al Billionaire, vedove benestanti e imprenditori che pensano solo a “laurà”? La polemica infuria tra minacce di denunce clamorose e di altrettanto clamorose richieste di risarcimento e, dall’altra parte, le reazioni favorevoli di molti cittadini che vedono nell’iniziativa del ministro Visco un'azione di trasparenza. Mediamente l’Italia si divide, 60 per cento sono d’accordo con l’iniziativa del ministro Visco, 40 per cento contrari. Una ventina di anni fa, i Comuni rendevano pubblici gli elenchi dei contribuenti che, addirittura (a Genova accadeva regolarmente una volta all’anno) venivano dati ai giornali. Era la “caccia” ai cosiddetti Paperoni, alcuni arcinoti, altri sconosciuti. Erano gli elenchi di coloro che , logicamente, pagavano anche imposte abbondanti. Ora è evidente che non fa piacere a nessuno finire in una sorta di gogna mediatica in cui si generalizza tutto. E’ però più interessante, piuttosto che la colonna con il reddito, quella che riporta l’imposta pagata. Allora quello che accade, oltre alle invidie, agli stupori, alle rabbie, è che da questi elenchi emerge quanti siano coloro che, con un tenore di vita alto o altissimo, visibile a tutti, non nascosto, denuncino poi un reddito basso, a volte da limite di sopravvivenza e, di conseguenza, paghino imposte irrisorie. Lo scandalo è questo, non quello di chi dichiara redditi milionari e paga imposte adeguate a tali redditi, ma quello di chi vive alla grande o alla grandissima, possiede barche, auto sportive, ville e case, fa una vita da nababbo davanti agli occhi del mondo e poi dichiara redditi da poveretto. Giusto, allora, l’auspicio del presidente in pectore Berlusconi di chiedere proprio ai Comuni di esercitare un controllo serio tra il tenore di vita dei contribuenti e il reddito dichiarato. E’ così che si stanano gli evasori. Gli elenchi del telefono buttati giù alla carlona dall’ufficio di un ministro che in questi giorni sta facendo le valige insieme ai suoi accoliti, servono solo a suscitare invidie di caseggiato che potrebbero anche diventare pericolose, fomentando quello sport orrendo e tutto italiano del guardare ogni cosa dal buco della serratura.