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Il presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, Marco Gay, nella relazione al convegno di Napoli ha citato i casi di AnsaldoBreda e delle acciaierie Ast di Terni: la prima come esempio di azienda da valorizzare, la seconda per sottolineare come 20mila persone “dipendano dalle acciaierie” e l’italia non può permettersi di perdere 2,4 miliardi di fatturato.

“In ballo c’è qualcosa di più grande – ha aggiunto Marco Gay  - ossia il ridimensionamento dell’Italia come polo siderurgico. Un fatto irreversibile, la dispersione di un know how che il mondo ci invidia. Un caso da cui trarre lezioni: “Lo stato dovrebbe intervenire con più forza per accompagnare le aziende verso compratori realmente interessati a farle crescere, ma c’è anche un’altra componente ossia che se un paese non ha un’agenda industriale, ci pensano un’azienda tedesca e i burocrati di Bruxelles a scriverla”.