salute e medicina

In Liguria il 28.4% dei residenti è ultra65enne
3 minuti e 0 secondi di lettura
I dati ISTAT più aggiornati indicano che in Regione Liguria ben il 28.4% dei residenti è composto da ultra65enni ed il 9.5% da soggetti ultra80enni. L’Indice di Vecchiaia (IV), cioè il rapporto tra popolazione anziana di età ≥ 65 anni e la popolazione giovanile composta dai soggetti di età compresa tra 0 e 14 anni, nella regione Liguria è 252, ben superiore alla media nazionale italiana (IV = 168) ed europea (IV = 127).

Per un soggetto di 65 anni l’aspettativa di vita in Liguria è di 19 anni per gli uomini e di circa 23 anni per le donne. Infatti, con l’avanzare dell’età aumenta significativamente la percentuale delle donne: se nella decade 70-79 anni le donne rappresentano il 55% della popolazione, oltre gli 80 anni sono il 62% della popolazione e oltre i 90 anni circa il 75% della popolazione è composta da donne.

Tale situazione demografica rende la regione Liguria una sorta di laboratorio demografico ed epidemiologico ove poter sperimentare soluzioni innovative per migliorare la qualità di vita delle persone anziane. Al riguardo l’Unione Europea ha identificato la Regione Liguria quale sito di riferimento (“Reference Site”) della European Innovation Partnership on Active and Healthy Aging (EIP on AHA).

L’invecchiamento è un fenomeno caratterizzato da grande eterogeneità, in cui disabilità fisica, fragilità psico-sociale e condizioni di salute svolgono un ruolo fondamentale nel determinare la durata della vita ma anche la qualità di vita della persona anziana.

Secondo EUROSTAT, in Italia i soggetti all’età di 65 anni hanno in media una aspettativa di circa 10 anni “attivi ed in buona salute”, numero di anni sostanzialmente analogo a Francia e Spagna, ma inferiore rispetto a paesi come Germania, Danimarca e Irlanda (11-12 anni) e soprattutto Svezia e Norvegia dove i soggetti ultra65enni possono godere di oltre 15 anni di vita attiva ed in buona salute.

I fattori ampiamente documentati che sicuramente determinano un allungamento degli anni attivi ed in salute nell’anziano sono: 1) svolgere attività fisica regolare; 2) seguire una dieta bilanciata secondo le regole della “dieta mediterranea” (definita nel 2010 “patrimonio immateriale dell’umanità” dall’UNESCO); 3)mantenere un costante controllo sanitario mediante screening, prevenzione e trattamento dei fattori di rischio delle malattie degenerative e neoplastiche, impiego delle vaccinazioni e il monitoraggio delle malattie in atto con un uso appropriato dei farmaci; 4) adottare uno stile di vita che favorisca le relazioni sociali e familiari e la “fruizione culturale”.

Una recente indagine condotta dall’E.O. Galliera in collaborazione con il DISFOR dell'Università di Genova su 542 soggetti ultra65enni residenti nell’area metropolitana della città di Genova ha dimostrato che il 15% dei soggetti anziani può essere definito “fragile”, il 33% è “a rischio di fragilità”, mentre il 52% degli anziani può considerarsi “attivo ed in salute”. I fattori indipendenti che sono risultati associati significativamente alla condizione di fragilità fisica-cognitiva-psico-sociale sono la incapacità a svolgere le attività basali e strumentali della vita quotidiana, la scarsa attività fisica, un basso livello economico e uno stile di vita che riduce la fruizione culturale e le relazioni sociali.

Conclusioni dello studio sono che adottare strategie che favoriscano le relazioni sociali e la fruizione culturale, può rappresentare un nuovo “target” per interventi multimodali di prevenzione della fragilità dell’anziano e della vulnerabilità sociale dell'anziano.


*Prof. Alberto Pilotto - Direttore SC  UOC Geriatria a Direzione Universitaria
Direttore Dipartimento Cure Geriatriche, OrtoGeriatria e Riabilitazione  E.O. Ospedali Galliera