Quando si arriva sotto elezioni, ovviamente il gioco preferito è cercare di conoscere in anticipo nome e cognome dei candidati. La regola vale anche per il futuro sindaco di Genova, che verrà scelto la primavera prossima. A quell'appuntamento la città si presenterà un po' stordita da cinque anni di sostanziale immobilismo e dall'acuirsi dei problemi cittadini sulla scia della grande crisi nazionale. Proprio per questa ragione condivido in pieno ciò che ha scritto Mario Paternostro, affermando che la prima necessità della Superba è un sindaco capace di dare uno scrollone, risvegliandola dal torpore che lentamente ma inesorabilmente la sta spingendo sulla strada di una poco felice decrescita.
Ma in che cosa dovrebbe consistere questo scrollone? Qui c'è poco da esercitare la fantasia. Anzi, non c'è alcuna esigenza di "inventarsi" temi, tattiche e strategie. Ciò che bisogna fare è sotto gli occhi di chiunque sappia non solo vedere, ma anche guardare: restituire a Genova un minimo di decoro urbano; stabilire una volta per tutte il destino di società partecipate cruciali quali Amt e Amiu, mettendo in sicurezza sia i servizi (trasporto e rifiuti) sia l'occupazione di queste aziende; creare le condizioni, in termini di sburocratizzazione dei processi comunali e destinazione delle aree, affinché le imprese possano restare in città e ad esse se ne aggiungano di provenienti da fuori; lavorare con Regione Liguria e soprattutto governo per consentire l'avvio dei lavori della Gronda, superando veti ideologici e questioni di interesse (vedi alla voce Autostrade per l'Italia); costruire una più stretta sinergia fra Genova e il suo porto, andando oltre gli asincronismi attuali per cui le due entità sembrano reciprocamente dei corpi estranei.
Sono, quelle indicate, questioni che hanno un loro intrinseco indice di difficoltà, ma non costituiscono affatto un libro dei sogni. Rappresentano il nucleo di un programma amministrativo che, poi, può certamente essere arricchito. Tuttavia, sarà bene distinguere fra l'indispensabile e il superfluo. O il di più, se si preferisce. Mischiare le cose, però, non si può. L'errore sarebbe imperdonabile. Perché Genova non ha altro tempo da perdere.
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Genova, il nuovo sindaco e quelle cinque cose da fare
Verso l'appuntamento elettoriale
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