porti e logistica

Delegazione ligure a Roma per chiedere modifiche al Decreto
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Un documento con all'interno le modifiche da apportare al Decreto Genova. E' quanto ha presentato oggi una delegazione rappresentante del commercio, porto e industria di Genova e della Liguria a Roma insieme ad associazioni e rappresentanti sindacali. Il documento è scaricabile in fondo a questo articolo: si tratta del testo integrale del Decreto Emergenze con sottolineature in giallo alle quali corrispondono le modifiche richieste dalla delegazione ligure. 

L'incontro nelle sale della Camera ha evidenziato i problemi che Genova e la Liguria stanno vivendo dal momento del crollo di Ponte Morandi. Un documento dettagliato che chiede interventi dettagliati per migliorare il Decreto Genova stilato dal governo e ora in fase di lettura in Parlamento. Riconoscimento della discontinuità territoriale a causa dell'isolamento prodotto dal crollo di ponte Morandi, maggiore sostegno finanziario al porto, aiuti alle aziende colpite dalle conseguenza della riduzione del fatturato. E ancora la richiesta di istituire a Genova la sede nazionale dell'ente della sicurezza  delle infrastrutture stadali e ferroviarie. Questa alcune delle richieste portate avanti dalla delegazione ligure a Roma.  Soprattutto quello della discontinuità territoriale è una tematica da tempo fortemente sostenuta dall'editore di Primocanale Maurizio Rossi.  



- GLI INTERVENTI: 


 "Questa è la prima occasione in cui il mondo del lavoro e delle professioni presentano un articolato documento per far sì che il Decreto Genova possa essere migliorato e faccia veramente ripartire la città - spiega Maurizio Caviglia, segretario della Camera di commercio di Genova -. Genova aveva difficoltà di collegamento già prima del crollo di ponte Morandi. Al Decreto presentato dal governo servono modifiche. Per quanto riguarda il porto bisogna innanzitutto ripristinare un finanziamento economico importante e significativo. Poi in generale serve la zona economica speciale per fare in modo che le imprese del tessuto cittadino non chiudano. Il nuovo ponte è fondamentale che venga fatto nel più breve tempo possibile e nel miglior modo possibile. Facciamo una richiesta chiara: Genova potrebbe diventare la sede nazionale della sicurezza delle infrastrutture stradale e della sicurezza ferroviaria, sarebbe un segnale forte per dare riconoscimento alla città dopo che l'ha colpita".

"Siamo tutti d'accordo, questo Decreto fatto dal governo non piace a nessuno - spiega Paolo Odone presidente della Camera di Commercio -. Le istituzioni genovesi si sono mosse rapidamente. Ma nel Decreto vanno risolti alcuni nodi cruciali per la città: Il primo è l'introduzione della cassa integrazione in deroga. Una protesta costruttiva ma servono anche più finanziamenti. La scelta di Bucci come commissario è stata intelligente. Di certo non bisogna fermarsi davanti a certe problematiche di tipo legale. per far capire qual è la situazione che vive la realtà genovese e ligure basta considerare che l'intera delegazione partite oggi dalla nostra città per arrivare a Roma e sedersi al tavolo di questa audizione è costato circa 15mila euro".

"La situazione è ben più allarmante di quanto viene descritta - spiega Giovanni Mondini, presidente Confindustria Genova. Tra le misure che devono essere inserite sicuramente quella a sostegno della rete ferroviaria in modo da favorire lo sviluppo stesso del traffico su rotaia e ridurre quello su gomma".

Federico Vesigna segretario Generale Cgil Liguria rimarca la necessità di rivedere alcuni punti del Decreto soprattutto in tema di tutela del lavoro e dei lavoratori: "Inoltre tutto il ponente ligure subirà delle pesanti conseguenza in quanto le difficoltà della logistica sono evidenti".

"Il ponte è la priorità numero uno. La prima certezza è la velocità e la certezza dei tempi della ricostruzione del viadotto. spiega Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria. Altrimenti il nostro porto sarà pesantemente penalizzato e tutte le aziende del Nord Ovest subiranno conseguenze gravissime. Bisogna rimuovere subito ogni singolo punto del Decreto che presti il fianco a ricorsi e faccia in questo modo dilatare i tempi. Non possiamo permetterci di aspettare rispetto a provvedimenti essenziali. Serve la cassa integrazione in deroga, uno strumento che abbia la forza di preservare i posti di lavoro, per tutelare soprattutto le piccole e medie aziende del nostro tessuto economico. I prossimi mesi saranno di grande difficoltà. Altrimenti rischiamo un'ecatombe lavorativa".

"Dobbiamo tenere alta l'attenzione sulla vicenda che stiamo vivendo - Alfonso Pittaluga, segretario Confederale Uil Liguria -. Ci serve la certezza dei tempi. C'è tutta una realtà che soffre dal punto di vista economico e non solo. ci sono infatti anche problemi di carattere sociale".

"Abbiamo registrato un calo del 10% delle nostre attività, - spiega Antonio Benvenuti della Culmv -. Quello che mi preoccupa è che si è arenato il nostro sistema di ristrutturazione che ci dava la possibilità di continuare a vivere. Ora il nostro piano è fermo".

"Ogni giorno ci sono 4mila veicoli che servono il porto - spiega Giuseppe Tagnochetti coordinatore ligure di Trasportounito -. Un veicolo pesante costretto ad allungare la strada produce un aumento di costi, le lunghe code provocano perdite di tempo e anche in questo caso spreco di risorse. Servono migliorie al decreto in questo senso. Ci vuole una particolare attenzione e sostegno per la categoria dell'autotrasporto legato a Genova. occorre che i contributi vengano previsti non in regime deminimis. Infine dobbiamo fare in modo che questo aiuto alle imprese sie realmente esigibile, sarebbe dunque meglio parlare di costi. Servono interventi immediati".



"Il commissario non ha voce su tempi certi per quanto riguarda la ricostruzione del ponte - spiega Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per Liberi e Uguali, e deputato genovese -. Questo è un elemento che nel Decreto non è presente. E' incompleto e non copre i buchi. Genova è il primo scalo portuale d'Italia e non possiamo aspettare. Questo decreto andrebbe riscritto magari con il nostro aiuto che conosciamo bene il territorio genovese e ligure"

"Siamo arrivati alla nomina di Bucci come commissario straordinario, una scelta del governo che ha ottenuto grande condivisione - afferma il deputato della Lega Flavio Di Muro -. Avere la stessa persona che conosce dirigenti e pratiche è un passo in avanti importante di cui il governo ha tenuto conto nella sua scelta. Il governo ha già annunciato di voler aumentare il finanziamento destinato alla città in alcune voci del Decreto. Alcune modifiche sono già previste".

Roberto Cassinelli, parlamentare di Forza Italia: "Il fattore tempo è fondamentale. Nuovo ponte in primo luogo ma anche nel senso di tempi certi per le aziende genovesi colpite dalle conseguenza del crollo del viadotto".

"Questo Decreto deve parlare al presente ma anche al futuro, per questo vanno inseriti aspetti legati alle infrastrutture come Gronda, Diga foranea ecc, in modo da dare risposte articolate all'isolamento che la Liguria vive ora ma che viveva anche prima del crollo" spiega la deputata ligure del Partito democratico Raffaella Paita.

"Sul decreto il giudizio è positivo su alcune misure ma non è sufficiente. Dobbiamo assolutamente intervenire in conversione e in legge di bilancio". Il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar ligure Occidentale (Genova e Savona) Paolo Emilio Signorini.  "Servono più soldi di quelli previsti dal decreto ma soprattutto chiediamo che l'Autorità di sistema portuale, per i lavori di accessibilità, che sia nautica, stradale, ferroviaria o immateriale, abbia la possibilità di avere le stesse deroghe del commissario alla ricostruzione, per il tempo necessario a effettuare questi interventi nello stesso orizzonte della ricostruzione del ponte" spiega Signorini. Procedure semplificate che permettano di accelerare gli interventi pianificati in modo che quando sarà pronto il ponte "ci sia un nodo intermodale più avanzato, sviluppato e tecnologico". Per il 2018 vanno bene i 18 milioni destinati all'autotrasporto e il tetto di 30 milioni all'Iva che può trattenere in autonomia finanziaria il porto, ma non basta. "Stiamo cercando di avere per l'autotrasporto almeno 60 milioni nel 2019 e per il porto 50 milioni per il 2019, 2020 e 2021" dice Signorini. Ancora, l'Autorithy chiede di poter indennizzare la Culmv con 2 milioni l'anno (per le chiamate perse) a partire dal 2019. Ancora, un rafforzamento del ferrobonus per i treni con origine o destinazione Genova e i suoi retroporti.

In conclusione di audizione prende la parola nuovamente Maurizio Caviglia, segretario della Camera di Commercio di Genova: "Lo abbiamo detto e scritto all'inizio documento che abbiamo presentato, la Liguria aveva già un deficit di infrastrutture prima della caduta dl ponte. Genova era isolata prima e ora lo è ancora di più. Col crollo del ponte siamo diventati un'isola e subiamo le conseguenze di questo. Noi chiediamo venga certificata l'assenza di continuità. Comprare un biglietto aereo da Genova per Roma con un anticipo di 24 ore costa uno sprofondo, tra i 500 e mille euro, serve un intervento in questo senso. In secondo luogo serve un impegno certo e concreto per far sì che i lavori possano essere verificati e quindi procedere velocemente con gli stessi".

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