salute e medicina

In calo soprattutto i più giovani: meno 19%
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 "Nel solo ospedale di San Martino, da inizio anno a oggi, mancano 300 donazioni di sangue. Si tratta del 10% in meno per l'ospedale al quale afferisce tutto il sangue dell'area metropolitana. Questo è un numero enorme: si tratta di 300 malati che abbiamo dovuto gestire in maniera differente, e questo è un dato preoccupante".

Lo ha detto Paolo Strada, direttore servizio trasfusionale del Policlinico a margine della presentazione del progetto 'Dal dono alla comunicazione' organizzato da Fidas, Ufficio scolastico regionale e Lions Club Genova Host per i giovani delle scuole liguri. Il fabbisogno del sistema sanitario regionale, infatti, è di circa 80 mila sacche di sangue all'anno ma tra il 2016 e il 2017 c'è stata una diminuzione dell'1,6% delle donazioni e dal 2011 al 2017 i donatori liguri sono scesi di quasi mille unità.

Il dato più preoccupante, però, è il crollo dei donatori più giovani che hanno avuto un calo molto consistente, tra il 12 e il 19%. A riequilibrare la situazione ci pensano gli over 40, +14,6%. "Dobbiamo far capire - ha detto Strada - che non c'è nulla in sanità che non utilizzi il sangue. È un bene primario: se fossimo costretti a bloccare gli interventi per mancanza di sangue sarebbe una grossa sconfitta per la nostra sanità".

A dare una lettura più rassicurante l'assessore alla Sanità Sonia Viale che ha ricordato come, in questo contesto, la comunicazione è centrale. "Bisogna far passare il messaggio della continua carenza di sangue evitando allarmismi sulla capacità del sistema sanitario di realizzare interventi chirurgici salvavita".

Importante, quindi, il messaggio alle nuove generazioni. "Cruciale stimolare i ragazzi a comunicare il valore del dono - ha aggiunto l'assessore regionale alle Politiche giovanili Ilaria Cavo -. Bisogna fare passare il concetto dell'utilità e del servizio alla società". La speranza è che la situazione nei prossimi anni possa migliorare anche grazie alla 'Casa del donatore', il progetto lanciato da Fidas, Avis e Comune di Genova che potrebbe essere realizzato nel giro di un paio di anni alla Foce e che permetterà di centralizzare la raccolta di sangue e plasma.