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L'ex difensore: "Tornare qui ad allenare? Sarebbe il massimo..."
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"Cosa serve al Genoa per salvarsi? Occorre essere cinici e cattivi: il Genoa in casa deve essere un fortino e nessuno deve prendere punti. Sicuramente ci si può salvare: mancano ancora quattro partie e siamo davanti alla terzultima di qualche punto”. Luca Antonini parla in prima persona plurale: un lapsus che arriva dal cuore. Giocatore rossoblù dal 2013 al 2015 vive ancora a Genova e segue i giovani del Prato.

"Bisogna restare tranquilli - prosegue - la scelta di andare in ritiro è stata giusta. Mi dispiace molto, dopo il buon inizio nessuno avrebbe pensato a un finale di campionato così travagliato. Bisogna riboccarsi le maniche e conquistare i punti necessari per la salvezza. Per risalire ci vuole tanta voglia e tanto coraggio. Domenica dopo un buon primo tempo col Chievo, è mancato il coraggio per conquistare la vittoria".

Da parte di chi ha vissuto lo spogliatoio anche in momenti difficili il consiglio è quello di stare uniti: "Bisogna guardarsi in faccia e se ci sono attriti vanno messi da parte, bisogna lavorare solo per quella maglia, che ha un'importanza troppo alta. Lo fanno capire ogni volta i tifosi rossoblù. Questi ragazzi devono capire cosa significa". E ai tifosi dice:  "Continuate a tifare e aiutate i ragazzi, io che l'ho provato in campo mi sono reso conto che i tifosi sono davvero il dodicesimo uomo".

I ricordi più belli? "Di certo l'esordio con gol nel derby e poi quello al 94esimo contro la Juventus". E aggiunge: "La Gradinata Nord, che mi ha preso il cuore, mi ha conquistato. Me la tengo stretta nel cuore". Lui, che nel 2014 è andato a spalare il fango dopo la devastante alluvione pensando già da "cittadino genovese", vede rossoblù anche nel proprio futuro: "Sono innamorato della mia città. Allenare il Genoa? Sarebbe il massimo, anche perché non ho potuto salutare i miei tifosi... Ma ci sarà occasione di ritrovarci".