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Entrambi i presidenti contano di andare avanti in autonomia
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Si preannunciano in rosso, anche sul piano economico, i conti di Genoa e Sampdoria, che si avviano a chiudere non senza patemi il campionato di A, nono consecutivo (record) per i rossoblù e quarto dopo lo shock-2011 per il Doria.

La salvezza sul campo va ancora conquistata, più difficile sembra però l'impresa di equilibrare il bilancio. Entrambi i presidenti contano di andare avanti in autonomia, respingendo ipotesi esplicite come l'autocandidato Calabrò per il Grifone e in casa doriana Volpi, prospettiva più volte smentita dal diretto interessato ma tutt'altro che tramontata.

Ma a questo punto, occorre un soprappiù d'inventiva imprenditoriale: non certo per trovare nell'immediato alternative equivalenti al trading dei giocatori, strumento suonato con perizia da Preziosi e con valentia di neofita da Ferrero, quanto per variare le fonti di risorse.

Fino alla costruzione di un nuovo stadio, o non piuttosto l'adeguamento dell'esistente, i ricavi da bigliettazione non potranno aumentare in modo significativo. Non restano allora che gli sponsor e il marketing. Vero è che tali voci, ad altissimo livello, sono connaturate alla potenza tecnica dei club, ma Genoa e Sampdoria avrebbero fin d'ora carte importanti da giocare sul piano comunicativo, per imporsi all'attenzione di potenziali finanziatori.

La società rossoblù ha un importante retroterra storico, richiamato sulla stessa maglia ("Il club più antico d'Italia") tanto da aver aperto al Porto Antico un'apposita struttura museale; i blucerchiati invece vantano una bandiera cromaticamente unica al mondo, sicché ai tempi di Mantovani si coltivava l'ambizione di fare della Samp la “seconda squadra” di un numero amplissimo di innamorati del calcio.

A tutto questo, le attuali gestioni societarie hanno finora riservato attenzione marginale: il Genoa fa della forza del vivaio e del fiuto degli osservatori la principale se non unica fonte di autosostentamento, strada su cui va incamminandosi la Sampdoria.

Ma le voci extratecniche sono tuttora modeste: entrambi i club non hanno main sponsor di maglia, nei contratti di fornitura il Doria (2,5 da Joma) supera il Genoa (1,2 da Lotto), i ricavi da maglie e oggettistica restano marginali. Eppure da due professionisti dei sogni, attivi nell'industria dei giocattoli e in quella dello spettacolo, ci si sarebbe aspettati qualcosa di più, in termini di fantasia.


*Controcalcio in onda su Primocanale (ch.10 in Liguria) ogni martedi alle 21