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L'ex tecnico rossoblù: "Con l'Atalanta ho aperto una nuova strada"
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 “Domenica? Sarà una partita importante. Sappiamo che non sarà facile. Anche se non vive un buon momento la squadra è composta da ottimi giocatori”. Che effetto farà tornare? “Rispetto a quando ero al Palermo è sicuramente un’altra cosa”. Gian Piero Gasperini a Gradinata Nord anticipa la sfida di domenica al Ferraris contro il Genoa che è stato suo per un decennio.

Tanti ricordi rossoblù, ma soprattutto la voglia di guardare avanti con serenità. Il tecnico piemontese ride e scherza, spera di arrivare con l’Atalanta in Europa e lancia da Bergamo un modello di calcio fondato sui giovani che vuole porsi come modello per altre società.

“Cosa ha di forte questa piazza? Quanto è unita è fortissima, ha un valore aggiunto incredibile. Io ho vissuto tanti di questi periodi di unità d’intenti tra squadra, società e tifoseria”. Compattezza che il Genoa ora fatica a ritrovare. “Questi momenti il Genoa ogni tanto li vive – dice Gasperini – ma poi ha sempre saputo porre le basi per fare di nuovo grandi campionati”. Intanto c’è una partita alle porte. “Sarà difficile per entrambe le squadre, per motivi diversi. L’Atalanta deve continuare a giocare come prima, con spensieratezza, senza pressioni e responsabilità”.

Quando parla dell’avventura orobica, Gasperini usa spesso la parola "sogno". “È una stagione straordinaria. Siamo partiti con difficoltà. Ho cercato di inserire gradualmente ragazzi giovani. Ma nessuno poteva immaginare che sarebbero esplosi così. Ho aperto una strada in Italia, ora vedo che tutti cercano di dare risalto al settore giovanile”.

Un grande lavoro riconosciuto dai tifosi, anche dopo il clamoroso 7-1 rimediato con l’Inter. “Sapete cosa mi ricorda? Il 5-0 al Ferraris proprio con l’Inter. La gente ci applaudì lo stesso, forse era il frutto dei risultati raggiunti in precedenza”.

Poche parole sul passato. A Gradinata Nord Gasperini racconta dello scherzo fatto al comico Andrea Possa ai tempi dell’esonero dal Palermo, nel 2013: “Lo chiamai alle due di notte, dicendo che avevo rotto col presidente. Gli dissi: guarda, abbiamo litigato di brutto… ma in compenso ho firmato la Sampdoria, quindi torno lo stesso a Genova, domani ci vediamo”.

Una delusione? “Non essere andati in Europa, la seconda volta. Quello mi è dispiaciuto”. Sulla partita di domenica scherza ancora: "Magari chi perde paga da bere, ma non mi oso dirlo...". Ora obiettivo panchina d’oro? “Sarebbe un bel traguardo, ma per vincerla devi anche essere simpatico agli altri allenatori…”