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Il presidente di Ance Liguria a Primocanale: "Settore in coma vigile"
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“Il settore dell’edilizia è in coma vigile”. L’immagine, forte, è di Federico Garaventa, presidente di Ance Liguria, ospite in Live News su Primocanale. “Siamo molto attenti a cercare di captare i segnali. Qualcosa si è visto, soprattutto nel settore delle compravendite, non tanto per quanto riguarda gli appalti. Speriamo che ci siano ripercussioni anche sui prezzi anche se sappiamo che ci vuole un po’ di tempo”, spiega Garaventa. Uno stimolo potrebbe arrivare "da incentifivi per la riqualificazione, particolarmente importante in una città come Genova dove molte case sono vecchie". 

Inevitabile il riferimento al Piano casa emanato dalla Regione. “E’ nato con Berlusconi, ha attraversato i 10 anni di Giunta Burlando e ora arriva a compimento con la nuova amministrazione regionale. Ho sentito molte reazioni di parte: l’Italia è il paese avanzato con la più alta percentuale di proprietari di case (il 72%, ndr) e l’idea che siano loro a intervenire vuol dire che stanno intervenendo capitali privati", precisa Garaventa.

"Si sta parlando poco della sostanza e molto per slogan: la frase “è un regalo ai costruttori” è sbagliata, ne beneficeranno i privati e anche la nostra categoria, certo, ma si tratterà di lavori molto piccoli”. Cosa si poteva fare di meglio? “Non hanno ancora accolto la nostra richiesta sul tema delle distanze tra gli edifici. Su questo abbiamo molti ricorsi al Tar”, chiosa il presidente di Ance Liguria.

Su un aspetto poi Garaventa ci tiene a fare un distinguo. “C’è differenza tra uso e consumo del territorio, ma spesso non viene percepita. Il caso più evidente è quello dei pannelli fotovoltaici che rappresentano un uso virtuoso del territorio stesso”. 

Federico Garaventa conclude con un'idea ai limiti della provocazione. “Serve una forte deregulation, anche perché il super controllo da parte del pubblico non ha impedito che ci fossero problemi. Certo, anche l’aspetto fiscale sarebbe importante ma li non mi illudo di avere azioni incisive. In Italia si dà per scontato che il privato lasciato libero faccia danni, ma non è così”.