"Arditi parallelismi e infamanti accuse che qualificano soltanto chi li proferisce". Così il capo della Polizia Franco Gabrielli ha commentato le parole del sostituto procuratore della corte d'appello di Genova Enrico Zucca che, durante un dibattito sulla morte di Giulio Regeni, ha sostenuto che i "nostri torturatori sono al vertice della polizia". Gabrielli, intervenuto a margine di un'iniziativa ad Agrigento in ricordo di Beppe Montana, il capo della Catturandi di Palermo ucciso dalla mafia nel 1985, ha aggiunto: "In nome di chi ha dato il sangue, di chi ha dato la vita, chiediamo rispetto".
Contro il pm genovese Zucca si è espresso anche il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini: "È stata una dichiarazione impegnativa con qualche parola inappropriata". In apertura del plenum Legnini ha anche espresso "stima e fiducia ai vertici delle forze di polizia".
"La rimozione del funzionario condannato è un obbligo convenzionale, non una scelta politica, e queste cose le ho dette e scritte anche in passato. Il Governo deve spiegare perché ha tenuto ai vertici operativi dei condannati. Fa parte dell'esecuzione di una sentenza", è la dura replica di Enrico Zucca. "È normale e doveroso, quando succedono queste cose, che Csm e ministero si accertino sui fatti", ha aggiunto.
Gabrielli ha poi elogiato "l'onore e la disciplina di chi come Beppe Montana e i colleghi che abbiamo ricordato, i tantissimi troppi colleghi delle forze di polizia, magistrati, imprenditori, sindacalisti, rappresentanti delle pubbliche amministrazioni che anche e soprattutto in questa terra hanno pagato con la loro vita quel loro impegno, quella loro dedizione nel vivere con onore e disciplina il mandato che gli era stato affidato". Ecco perché, ha poi aggiunto "mi risuonano ancora più oltraggiose le parole di chi non più tardi di ieri ha detto che ai vertici della polizia ci sono dei torturatori. Noi facciamo i conti con la nostra storia ogni giorno, noi sappiamo riconoscere i nostri errori. Noi, al contrario di altri, sappiamo pesare i comportamenti. Ma al contrario di altri - ha concluso tra gli applausi - ogni giorno i nostri uomini e le nostre donne, su tutto il territorio nazionale, garantiscono la serenità, la sicurezza e la tranquillità. Ed in nome di chi ha dato il sangue, di chi ha dato la vita, chiediamo rispetto, e gli arditi parallelismi e le infamanti accuse, qualificano soltanto chi li proferisce".
Nel frattempo il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, ha avviato accertamenti preliminari sul sostituto procuratore generale di Genova, Enrico Zucca. Anche il ministero della giustizia acquisirà gli atti relativi alle sue dichiarazioni, sia cartacei sia in video.
"I nostri torturatori sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all'Egitto di consegnarci i loro torturatori?", si chiedeva il pm. "L'11 settembre 2001 e il G8 - aggiunge - hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali. Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper far per vicende meno drammatiche".
Già in passato, e più volte, Zucca aveva duramente criticato l'operato della Polizia con riferimento ai fatti di Genova: in particolare, in un dibattito pubblico aveva parlato di una "totale rimozione" delle vicende del G8 e del rifiuto per anni da parte della polizia italiana, diversamente da quella straniere, di "leggere se stessa" per "evitare il ripetersi" di errori. Immediata era stata la reazione dell'allora capo della polizia Alessandro Pansa che, d'intesa col ministro dell'Interno dell'epoca Gioacchino Alfano, aveva lamentato la lesione dell'onorabilità della polizia, chiedendo al guardasigilli Orlando l'avvio di un'azione disciplinare nei confronti di Zucca.
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G8, il capo della polizia Gabrielli contro Zucca: "Accuse infamanti, rispetto per chi ha dato la vita"
"Torturatori ai vertici", il pm genovese nella bufera
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