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L'incontro a Montemarcello in occasione della rassegna 'Liguria D'autore'
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'Ricominciamo' è il titolo del confronto che è andato in scena a Montemarcello tra i coordinatori nazionali di Forza Italia, Giovanni Toti e Mara Carfagna. Un evento inserito nel contesto di 'Liguria D'Autore', l'happening che trasforma la frazione di Ameglia in un palcoscenico nazionale per giornalisti, opinion leaders, politici e protagonisti della cultura. Un testa a testa tra Toti e Carfagna che ha evidenziato le differenze di pensiero sul futuro di Forza Italia e del centrodestra, ma anche qualche punto in comune.

"Credo che Forza Italia debba riattivare la sua connessione sentimentale con il suo elettorato di riferimento", ha esordito Carfagna. "In questo Paese c'è bisogno di andare oltre alla paura, Forza Italia ha fatto sempre leva su un altro sentimento: la speranza. Con la paura si fa la fortuna del proprio partito, però non si la fortuna del Paese. Non esiste solo il problema della sicurezza o dell'immigrazione, esistono le preoccupazioni, le ansie e le angosce delle famiglie italiane, a cui non bastano piu' due stipendi", ha sottolineato la parlamentare azzurra rivolgendo lo sguardo alla Lega, al governo con il M5s.

"Chi non consente rivoluzioni pacifiche si rende corresponsabile di rivoluzioni sanguinose". E' l'aforisma di Kennedy rivolto a Forza Italia usato dal governatore Toti, una citazione che spiega senza mezzi termini l'aria che tira nel partito fondato da Silvio Berlusconi. Allargando lo sguardo secondo Toti, "al nostro Paese servono cose semplici dal punto di vista delle istituzioni: stabilità di governo e certezza di chi governa per cinque anni il giorno dopo le elezioni, o facciamo il presidenzialismo o facciamo l'elezione diretta del presidente del consiglio, questo proporzionalismo a cui siamo tornati è una melassa che non ci consentirà mai di governare".

Sulla figura di Matteo Salvini le distanze tra la vicepresidente della Camera e il governatore ligure sono notevoli. "A me piace Salvini quando fa l'uomo di centrodestra, cioè quando consente al centrodestra di governare bene i territori, mi auguro e spero anche il Paese, non mi piace Salvini quando consente al Movimento 5 Stelle di sfasciare il sistema economico-produttivo del Paese", ha detto Carfagna. Secondo la parlamentare campana il leader della Lega sta consentendo al M5s "di alzare le tasse alle imprese, di bloccare le infrastrutture, di non investire in opere pubbliche, di portare l'Italia a essere ultima in Europa per crescita, ultima in Europa per tasso di natalita'. Io non devo dare consigli a Salvini, a me Salvini interessa nella misura in cui è possibile ricostruire un governo di centrodestra capace di garantire un modello di buongoverno, un modello che funziona molto bene qui in Liguria, in Lombardia, in Veneto e in altre Regioni", sottolinea Carfagna. Ma perché il centrodestra funzioni serve che "Forza Italia sia in grado di bilanciare gli estremisti e per farlo ha bisogno di ritrovare salute, di fare le primarie di riorganizzarsi".

"Quando hanno indagato Berlusconi, il Cav è arrivato a essere il primo leader politico ed è durato 20 anni, se i magistrati pensano di fare la stessa cosa con Salvini, durerà 20 anni anche lui, su questo non c'è dubbio", ha replicato Toti. "Se i magistrati cominciano a fare delle inchieste strampalate su Salvini, io sono aristotelico sia nel dire che se non cambiamo moriamo, sia nel dire che la storia si ripete uguale". Il coordinatore azzurro ha puntato poi il dito sul Movimento 5 Stelle sul tema dell'autonomia. "Credo che l'approccio polemico dei 5 stelle nei confronti dell'autonomia in questi giorni sia molto sbagliato, perché se il Paese è a tre o cinque velocità non è per l'autonomia che non c'é mai stata, è per un centralismo che ha male interpretato le esigenze dei territori. L'autonomia come la facciamo adesso è anche meno di quella di cui abbiamo bisogno, la stiamo facendo al costo storico e non al costo standard. Se fossimo seri diremmo che abbiamo scelto il percorso di minor attrito ma che non è quello che serve al Paese".

A Forza Italia "serve un percorso di democratizzazione, gli organi dirigenti devono essere legittimati, naturalmente sotto Berlusconi, perché tutti lo riconosciamo come il fondatore di Forza Italia, leader consacrato da centinaia di migliaia di voti anche alle ultime elezioni europee", ha proseguito Carfagna a Liguria D'autore. "Sotto Berlusconi deve esserci una struttura di partito che deve essere legittimata dal consenso della base, dal consenso del territorio, troppo spesso in questi anni è accaduto che persone senza voti e senza consenso si trovassero invece a prendere decisioni cruciali per la vita del partito", ha chiosato Carfagna.

Il governatore ligure ha concluso il confronto con una sferzata sul documento programmatico in vista delle primarie di Forza Italia presentato dalla collega coordinatrice con cui si è confrontato a Montemarcello. "Ritengo che non possiamo fare né filosofia, né distinzioni, abbiamo bisogno di allargare i confini di Forza Italia e di allargarli in fretta". Secondo Toti il documento "è più centrato sul partito, riconosce la storia dello stesso e chi si è impegnato per quello, cosa non ingiusta. Ma io ritengo che oggi non possiamo fare filosofia", ha concluso.