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Ridotti da 100 a 50 milioni i fondi destinati al capoluogo
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Se un politico lombardo si preoccupa dei fondi nazionali tagliati a Genova, ci potrebbero essere due motivi. Il primo, siamo in piena campagna elettorale e vuole arruffianarsi gli elettori. Il secondo motivo, il taglio è così evidente che anche un 'foresto' sbotta. E la seconda motivazione, in questo momento storico, sembra più plausibile della prima.

"Pazzesco: nel decreto "sblocca Italia" il governo ha dimezzato i fondi per Genova, da 100 a 50 milioni di euro. Per gli alluvionati i soldi non ci sono, per gli immigrati si. Cosa dicono gli "amici" del Pd?". Lo ha scritto su Facebook il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini commentando la norma contenuta nel decreto sul quale il governo ha posto la fiducia alla Camera. Impressionante il livello di 'engagement', cioè il numero di condivisioni sommato al numero di 'Mi piace' e commenti. Un numero a doppia cifra che fa impallidire il Pd citato da Salvini.

Come riporta il Corriere della Sera, i deputati hanno dovuto eliminare la norma che era stata cambiata da un emendamento di Sel. Norma che portava da 50 a 100 milioni la dotazione del Fondo emergenze nazionale della Protezione civile. Da destinare a Genova e agli altri territori colpiti dalle calamità. Una pezza, i 50 milioni, del tutto insufficiente per affrontare il rischio idrogeologico.

In un attimo i sogni per lo scolmatore (servono 230 milioni) si spengono. E che dire delle più immediate necessità per gli alluvionati. Sia ben chiaro, non ha deciso Doria di dimezzare i fondi per Genova. Ma il sindaco che dice? Il governo regionale, al cui vertice il tandem Burlando-Paita si definisce 'renziano', che iniziative prende? Qualcuno sbatterà i pugni sui tavoli romani? Oppure, qualcuno smentirà Salvini prima che il venticello diventi una bufera? Il primo commento di Palazzo Tursi è affidato al vicesindaco Gianni Crivello: “Se questa è la linea del Governo è contradditoria”.

“C'est l'argent qui fait la guerre” e senza soldi diventa difficile anche rimarginare le cicatrici ancora aperte di una città che con orgoglio cerca di rialzare la testa. Mentre cittadini e commercianti fanno la loro parte, spalando fango e rimboccandosi le maniche, la politica resta l'anello debole. Le promesse a vuoto trovano conferma nel post di Matteo Salvini. Che soffia sul vento della rabbia e del senso d'impotenza dei genovesi. I social network sono pronti per togliere ai talk televisivi il ruolo di 'terza Camera'.