porti e logistica

L'editoriale
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Il Cristoforo Colombo sarà aeroporto di interesse nazionale. Ma non strategico. Che significa la serie B degli scali. Se si dovesse ricorrere a quello che ormai è diventato un modo di dire, un luogo comune, bisognerebbe parlare di schiaffo a Genova e, con essa, alla Liguria.

In realtà siamo di fronte a qualcosa di più. Il Consiglio dei Ministri, che ha varato lo schema di decreto, certifica quanto il dilettantismo sia al potere. E’ possibile che l’aeroporto al servizio del più importante porto italiano, appunto Genova, non abbia le stimmate riconosciute per esempio a Firenze (sebbene con l’appendice che la società di gestione deve fondersi con quella di Pisa)?

Se la domanda venisse rivolta a qualsiasi persona fuori dai confini nazionali, non necessariamente un addetto ai lavori, si otterrebbe una risposta semplicemente dettata dal buon senso: no, non è possibile.
Errore. In Italia, dove si parla e si decide anche su ciò che non si conosce – principalmente su questo, verrebbe da dire guardando alle scelte dei governi – è esattamente ciò che avviene. La cosa grave non è che il Consiglio dei Ministri abbia rifiutato l’inserimento del Colombo fra gli aeroporti strategici, lo è ben di più che lo scalo genovese non fosse già presente nella lista.

Se n’è accorto il senatore Maurizio Rossi, che durante l’esame in Commissione a Palazzo Madama – alla Camera nell’omologo organismo nessuno aveva mosso foglia - ha giustamente armato una canea, trascinando nella battaglia pezzi di istituzioni locali – la Regione con il neogovernatore Giovanni Toti si è spesa molto, ma il sindaco Marco Doria è sembrato così badare ad altro da non aver alzato neppure il telefono – più i ministri Roberta Pinotti (che in Cdm ha disperatamente tentato di difendere le ragioni genovesi) e Andrea Orlando, più la stessa intera Commissione senatoriale, stranita da quell’originario e originale documento.

Il quale, però, è arrivato in porto così com’era. Con l’aggiunta, però, di Torino. La spiegazione è che la presenza di Genova nella lista degli aeroporti strategici avrebbe compromesso l’omogeneità delle scelte. Sarà. Ma quali sono i meriti funzionali di Firenze o della città della Mole rispetto alla Superba? Forse, semplicemente che di Firenze è Matteo Renzi e di Torino sono il sindaco Piero Fassino e il governatore piemontese Sergio Chiamparino. E allora?, direbbe lo stesso nostro immaginario interlocutore non italiano. Allora, c’è che uno è il premier e gli altri due sono personaggi che ancora pesano nel partito chiamato Pd.

In questo Paese le cose funzionano così. E il Pd ligure ha pure l’aggravante di aver perso le regionali. Ergo: meno di così non si può contare. Assurdo per chiunque, non per la politica delle latitudini italiche.
Anzi, a ben vedere viene persino un dubbio: sarà che l’attivismo di Toti abbia finito per essere controproducente? Ha “rotto le balle” a Renzi e al ministro dei Trasporti Graziano Delrio, in più ha parlato con tutti coloro che potevano avere voce in capitolo in questa storia. A pensare che qualcuno non abbia voluto regalare un successo al consigliere politico di Berlusconi e a uno dei leader del centrodestra magari si farà anche peccato, però… E poco importa che si sarebbe trattato di un successo condiviso con il governo stesso. D’altra parte la cosa riguarda Genova e la Liguria. Genova e la Liguria? Chi, dove?

Ma forse la spiegazione è molto, molto più semplice. Arriva dalla nota del parlamentare ex piddino Luca Pastorino, che scrive: “La decisione del governo di non accogliere la richiesta di inserire lo scalo di Genova fra gli aeroporti di interesse nazionale ci lascia basiti e contrariati”. Qualcuno lo informi che nella lista di interesse nazionale il Colombo c’è, gli hanno rifiutato la qualifica di strategico. Ma Pastorino, svolto un pistolotto sul perché Genova avrebbe meritato la migliore classificazione e che aspirava alla poltrona di presidente della Regione Liguria, va oltre: “Invito il presidente Toti a spendersi di nuovo e di più, contando sulla mia totale collaborazione in Parlamento”. Ha proprio ragione, il deputato sindaco di Bogliasco: se questi sono i parlamentari chiamati a difendere gli interessi genovesi e Liguri alla Camera c’è da rimanere basiti. Amen.