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Caminito (Fiom): "Non escludiamo il blocco del traffico"
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L'incontro tra vertici Esaote, sindacati e istituzioni si è concluso con un rinvio all'11 novembre. Ma chi pensa che la riunione si sia conclusa con un nulla di fatto, rischia di prendere un granchio. Un rinvio che cresce l'esasperazione dei lavoratori che speravano in un accordo con l'azienda.

“Hanno ribadito le loro posizioni, non hanno cambiato idea rispetto alle ultime riunioni”. La voce di Antonio Caminito di Fiom Cgil è tesa. E' la voce di chi sa che davanti ha ancora una lunga battaglia. “Il governo ha chiesto di arrivare a un incontro tra le richieste, ma non abbiamo ottenuto nulla. Allora si è reso necessario un rinvio all'11 novembre, sempre al Mise”.

Per quella data i vertici di Esaote, su richiesta del Governo, “dovranno presentare il piano industriale sugli investimenti per Genova e Firenze nei minimi dettagli. E se non ci saranno cambiamenti rispetto a quanto ci era stato comunicato, allora prenderemo le nostre decisioni”, ha sottolineato Caminito.

Il viceministro De Vincenti nel corso dell'incontro ha posto un vincolo a Esaote. “Riteniamo positivo l'intervento del Governo anche se non capiamo perché prendere altro tempo. Comunque De Vincenti ha precisato che ogni accordo deve tenere conto della condizione dei 22 ricercatori di Firenze e dei 54 che a Genova si occupano del collaudo delle risonanze e degli ultrasuoni”. Settore che per Esaote, a livello internazionale, rappresenta una sorta di marchio di qualità dell'azienda”.

Ma l'incontro dell'11 novembre potrebbe anche saltare. “Prima ci saranno alcuni confronti con la proposta di accordo che dovrà giungere al Ministero. Ma lo diciamo subito: se non cambia il piano industriale salta la riunione e per noi sarà un autunno caldo”. Secondo alcune indiscrezioni il ministro Guidi, contattata dal sindaco di Firenze, sarebbe intervenuto sulla proprietà dell'azienda e sul Governo a vantaggio della vertenza collettiva.

Il messaggio dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali arriva ai destinatari senza interlocuzioni inutili. La voce di Caminito si fa ancora più dura. “Noi andiamo avanti con gli scioperi, le iniziative di confronto con gli enti locali e soprattutto la richiesta al Comune del piano regolatore, L'area dove oggi si trova Esaote deve restare come zona industriale”.

La situazione è paradossale se si pensa che Esaote non è un'azienda in crisi. O almeno così sembra. “Il lavoro c'è, facciamo turni massacranti e siamo esausti per il tira e molla come per il lavoro che svolgiamo. L'atteggiamento dell'azienda è incomprensibile e stiamo valutando il blocco totale della produzione”.

Domani è stata convocata un'assemblea con sciopero. “Alle 9 incontreremo i lavoratori e metteremo nero su bianco le nostre richieste anche verso il Comune di Genova per il percorso di mantenimento dell'area industriale. Esaote oggi è un'azienda immobile che deve cambiare”.

Caminito non esclude “un blocco del traffico o un corteo spontaneo. E marterdì andremo tutti a manifestare la nostra frustrazione in consiglio comunale”, ha concluso Caminito.