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Con il nuovo tecnico più punti dei cugini
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Il Genoa arriva al derby con tredici punti in meno della Sampdoria. Il gap è vistoso e messa così per i rossoblù appare durissima evitare la quarta sconfitta consecutiva in una stracittadina, livello più basso mai raggiunto da entrambe le sponde.

Ma i numeri si devono guardare da un altro punto di vista e così si scopre che il Grifone ha più possibilità di quanto dica oggi la graduatoria. Sì, perché all’andata Perin e compagni non erano squadra ed avevano una media punti 0,50 a match. Dall’arrivo di Ballardini ecco che da Armata Brancaleone il Genoa è diventata una squadra, tanto da temere in pratica lo stesso passo di quella blucerchiata.

Insomma in 18 partite il Balla ha racimolato 28 punti, media da Europa League come Giampaolo. Da 17 punti di differenza dell’andata ce ne sono 4 di meno e tenuto conto della buona andatura di Quagliarella e compagni qualcosa sulla bontà di questo Genoa vorrà pur dire. Dietro alle cifre c’è la ritrovata organizzazione e soprattutto un impianto difensivo interessante con Spolli regista arretrato.

Il rossoblù possono vincere se ripeteranno tatticamente le partite contro Lazio e Inter, entrambe chiuse con un successo, e pure con Napoli e Milan, tutte due con sconfitte ma per meri episodi.

Rispettare la Sampdoria è il minimo, ma guardare il bicchiere mezzo vuoto è sbagliato. Certo, i problemi restano e sono i soliti: l’attacco fatica a produrre gol e sia con la Spal che col Cagliari la gestione del pallone ha lasciato a desiderare. Contro la Sampdoria certe pause non sono consigliabili.

Lapadula comunque ha ritrovato il gol su azione, lotta ed è una garanzia in partite dove ci sta molto il cuore. C’è pure l’esperienza di Pandev, la carta Medeiros da giocarsi quando si vuole e a centrocampo Bertolacci è cresciuto, mentre Hiljemark è in forma. Tanti pro e ovviamente pure qualche contro. Ma è un Genoa diverso e più forte quello che andrà alla supersfida di sabato.