cronaca

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Primo caso di Ebola per un cittadino italiano. Si tratta di un medico di Emergency risultato positivo al virus in Sierra Leone. Giungerà in Italia e verrà ricoverato all’Istituto Spallanzani di Roma.

"Mi sento di rassicurare la famiglia che il nostro medico sta bene, non ha avuto febbre o altri sintomi durante la notte, stamattina ha fatto colazione e continua a bere in maniera autonoma, esprimo la mia vicinanza a lui e alla famiglia e assicuro che il governo italiano tutto è al fianco del nostro connazionale", ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

In Sierra Leone, Emergency ha aperto lo scorso settembre un centro per la cura dei malati di Ebola da 22 posti letto e lavora per aprire un ospedale da 100 posti letto in collaborazione con il governo sierraleonese e DFID, il Dipartimento per lo sviluppo internazionale del governo inglese.

E' in buone condizioni il medico italiano di Emergency che lavora presso il Centro per malati di Ebola di Lakka in Sierra Leone e che ha sviluppato sintomi di Ebola. In accordo con i ministeri della Salute e degli Esteri è stata organizzata un'evacuazione sanitaria verso l'Italia. Emergency assicura che tutto lo staff del Centro segue una formazione specifica sui protocolli di protezione per evitare il contagio e la diffusione del virus.

Emergency precisa che "nessun intervento sanitario in un'epidemia così grave può essere considerato completamente privo di rischi". In Sierra Leone, spiega l'organizzazione medico-umanitaria, la situazione è drammatica: l'epidemia continua a espandersi con oltre 100 nuovi casi al giorno. Emergency ricorda i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui sono oltre 5.000 i malati di Ebola nel Paese, ma i dati reali potrebbero essere molto più alti. Infine, l'organizzazione di Gino Strada fa sapere che "per rispetto della privacy del collega e della sua famiglia" per ora non rilascerà altre dichiarazioni.

Il medico italiano trovato positivo per il virus Ebola è il paziente numero 21 che verrà trattato fuori dall'Africa Occidentale. Nella maggior parte dei casi si tratta di operatori rimpatriati dopo essersi ammalati prestando servizio nei paesi più colpiti, mentre pochissimi sono i contagi avvenuti su suolo europeo o statunitense. Negli Usa sono 9 i pazienti trattati per il virus. In Spagna sono invece morti entrambi i missionari rimpatriati, il primo dei quali è stato anche il primo caso di Ebola fuori dai confini africani, mentre Teresa Romero, l'infermiera che si è infettata dopo aver curato uno dei due, e' stata dichiarata guarita.