Dimissioni per dare una svolta a Genova? Marco Doria non ci sta e risponde all’editoriale del direttore di Primocanale, Luigi Leone, che invitava il primo cittadino genovese a lasciare l’incarico per dare un segnale politico forte, vista l’impossibilità di rilanciare il capoluogo ligure. “La prima opinione opinabile è quella del declino inarrestabile di Genova. Affermarlo significa farsi del male – dice doria - Gli esempi sono molti. Ieri abbiamo firmato l’accordo che dice che Esaote resta Genova e fa investimenti, mentre l’Istituto Italiano di Tecnologia riceve un contributo per ingrandirsi agli Erzelli. Queste cose non negano i tanti problemi che ha la città, ma ci dovrebbero invitare anche a non insistere nel dire che tutto va male”. “Parlare di declino di Genova è una cosa inesatta”, aggiunge Doria, che poi cita i numeri positivi del porto e degli arrivi turistici.
No alle dimissioni – “Non ritengo che la mancanza di un’amministrazione comunale possa aiutare la città a superare i suoi momenti difficili”, spiega Marco Doria. “Un’amministrazione in carica, che è stata votata ha il dovere di lavorare per tutto il tempo del suo mandato per poi farsi giudicare dagli elettori. Meglio un’amministrazione piuttosto che un commissario. A tutte le riunioni cui partecipo sento sindaci che propongono di restituire le fasce tricolore e dicono “governi il Governo”. No, è sbagliato. Servono sindaci che incontrino cittadini e imprenditori per discutere e affrontare i problemi della città. E’ faticoso, ma è l’unica cosa giusta da fare”, aggiunge il primo cittadino.
I problemi della maggioranza – “Poi un sindaco può dimettersi se in Consiglio comunale non ha più la maggioranza che lo sostiene”, aggiunge il primo cittadino. “In questi 3 anni i bilanci sono stati approvati, la maggioranza c’è stata. Può darsi che su singoli provvedimenti ci siano stati voti discordanti, ma la giunta è riuscita a fare approvare in Consiglio i suoi provvedimenti. Al momento la maggioranza ha tenuto e penso che sia giusto che lo faccia per i prossimi due anni avendo degli obiettivi precisi”. All’indomani dell’abbandono del gruppo del Pd da parte di due consiglieri, Doria interviene sui problemi del principale partito di maggioranza: “Il partito democratico sta vivendo un momento non semplice a livello nazionale e cittadino, ma continua a essere un interlocutore fondamentale per la nostra amministrazione.
"La svolta? Mai promessa" – “Lei si presentò come il sindaco della svolta, come un sindaco capace di portare una grande ventata di novità. Ma nell’insieme questo primo triennio di amministrazione non ha risposto alle attese dei cittadini”, incalza Luigi Leone. “Io non so come mi presentano gli altri. Io non mi sono mai presentato come Superman. Non ho mai fatto promesse. Ho sempre ascoltato senza che questo si traducesse in annunci. Fui l’unico candidato a dire che non avrei promesso la diminuzione delle tasse se non fossi riuscito a garantire i servizi – dice Marco Doria - Non è un comune di amici degli amici. Le aziende non hanno assunto nessun raccomandato dalla politica. Cerchiamo di tenere i conti in ordine”.
Genova non è in declino – “Non ho mai detto che avrei rivoluzionato il sistema. Ho detto che mi sarei rimboccato le maniche per dedicare degli anni della mia vita al bene della città. Non c’è alcuna città che sta cambiando con dei ritmi particolarmente più veloci di quelli di Genova”. Insomma, per Marco Doria la sua giunta sta facendo quanto promesso compatibilmente con la situazione economica e politica generale. “Genova sta cambiando in un momento di grande crisi e non c’è solo declino. Ci sono anche segni positivi che è bene sottolineare. Voglio bene a Genova e continuerò a lavorare per questa città”, conclude il primo cittadino.
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Doria difende il suo lavoro: “Dimissioni per dare la svolta? No, Genova non è in declino”
Il sindaco dopo l'editoriale su Primocanale
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