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La città si scalda e contesta la scelta della società
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"Fabrizio-Milanetto, via dal Genoa” è lo striscione che campeggia in varie parti di Genova e apposto dai tifosi della Nord. Dalla zona di Principe, allo stadio Ferraris, dal cavalcavia di Nervi fino a Pegli. Gli obiettivi della contestazione, come peraltro erano già stati individuati nell’ultima partita di campionato con l’Atalanta dove in gradinata era apparso uno striscione analogo, sono il figlio del presidente e l’uomo mercato rossoblù.

La mancata conferma di Giampiero Gasperini è dovuta anche alle frizioni tra il tecnico e proprio Fabrizio Preziosi e Omar Milanetto. Da qui la richiesta di un loro allontanamento della società. Invece a finire fuori è stato l’allenatore. In arrivo Ivan Juric che sta già preparando il ritiro in Tirolo e sta seguendo con Enrico Preziosi il mercato. La stagione appena alle spalle è stata molto turbolenta, ma con i 27 punti del ritorno Gasperini era riuscito anche a unire la piazza, in particolare la tifoseria che per mesi sul suo conto si era spaccata.

Non è bastato, hanno vinto i falchi e lo stesso presidente ha dovuto prenderne atto. Il clima intorno al Genoa si sta facendo più caldo. La conferma dell’allenatore visto come una specie di garanzia dal pubblico avrebbe anestetizzato i mugugni e pure le preoccupazioni per un bilancio in rosso che si salva solo con l’autofinanziamento che significa cessioni illustri per fare cassa. Invece ora una parte della tifoseria è sul piede di guerra.

E considerato l’infortunio di Perin e le disavventure giudiziarie di Izzo, per il mercato sono rimasti Pavoletti, valutazione intorno ai 15 milioni e Rincon otre ad Ansaldi che però, se riscattato dal Grifone, costa 5 milioni. Tre frecce senza le quali la rosa perde moltissimo. Di qui la comprensibile ansia dei genoani.